ECONOMIA, sciopero generale. Le «pasticciate» ragioni alla base di una protesta

Un sindacato spiazzato si è trovato a dover rincorrere le motivazioni da sé stesso addotte per l’evento del 16 dicembre scorso. Secondo il professor Mario Baldassarri «250 milioni di euro per il “caro bollette” rappresentano una questione infinitesimale se paragonati ai 4 miliardi precedentemente stanziati al medesimo scopo dal Governo Draghi

Nel corso della CCCL puntata della trasmissione “Capire per Conoscere”, condotta dal giornalista Claudio Landi e andata in onda sulle frequenze di Radio Radicale nei giorni  precedenti, il professor Mario Baldassarri, che di essa è ospite fisso, ha esordito commentando la protesta indetta dai sindacati per il giorno 16 di dicembre. «Le motivazioni addotte dai sindacati che hanno indetto lo sciopero generale, cioè Cgil e Uil, sono serie e importanti, ma nulla hanno a che vedere con il Governo attualmente incarica e con chi lo presiede, cioè Mario Draghi».

UNA QUESTIONE MINIMALE

Secondo l’ex ministro dell’Economia che attualmente è a capo del Centro studi economia reale, la questione è stata «minimale, almeno nel suo primo impatto», poiché «si era detto che il Presidente del Consiglio aveva tentato una transazione all’interno della sua maggioranza proponendo un contributo di solidarietà per chi è in possesso di un reddito superiore a 75.000 euro escludendoli, però, dai previsto sgravi Irpef per complessivi 250 milioni di euro, somma che avrebbe invece trovato impiego per fare fronte al cosiddetto “caro bollette”».

Ad avviso di Baldassarri si tratterebbe di una questione infinitesimale, perché allo specifico scopo il governo aveva già stanziato all’incirca 4 miliardi, sia per l’entità in sé della somma controversa, 250 milioni che non giustificavano certamente uno sciopero generale.

UN SINDACATO SPIAZZATO

«Poi – ha aggiunto Baldassarri –, paradossalmente si è tentato di dire che lo sciopero era stato proclamato allo scopo di sostenere il Presidente Draghi contro la maggioranza dei partiti che sostengono il suo esecutivo, formazioni politiche che gli avevano impedito di portare a termine questa operazione. Ma, ovviamente, Landini e Bombardieri si sono resi conto che questi argomenti non reggevano, allora “hanno buttato la palla in tribuna”, iniziando a afre ricorso a temi sacrosanti quali i bassi salari corrisposti in Italia ai lavoratori, la precarietà, le discriminazioni nei confronti dei giovani e delle donne, rilanciando infine con la richiesta di una riforma fiscale organica e permanente che sia in grado di proteggere maggiormente i redditi medio-bassi attraverso un aumento delle detrazioni a somma fissa a loro favore. Ma Cgil e Uil dimenticano che la riforma fiscale strutturale non figura nell’attuale legge di bilancio, perché già da un paio di mesi il Governo ha reso noto che il tema verrà affrontato l’anno prossimo attraverso un disegno di legge delega».

IL DISAGIO DELLE CLASSI LAVORATRICI

Perché dunque indire uno sciopero generale in questa delicata fase che il Paese sta attraversando. Landi ha eccepito che potrebbe essersi trattato di una forma di amplificazione del disagio, «forte malessere e sofferenza espresso dalle classi lavoratrici», ma la replica di Baldassarri è stata che «non si sono ottenuti risultati lo stesso», poiché «il giorno dopo lo sciopero i problemi erano rimasti ancora sul tavolo irrisolti».

Una questione di natura sociale da non sottovalutare, infatti, negli ultimi venti anni i salari da lavoro dipendente e i redditi pro capite sono rimasti fermi rispetto alla media europea. Un risultato analizzato e commentato nell’ultimo saggio di Mario Baldassarri, intitolato “Italia ed Europa e in distribuzione nelle librerie in questi giorni.

A402 – ECONOMIA, LO SCIOPERO GENERALE DEL 16 DICEMBRE: Le «pasticciate» ragioni alla base di  una protesta. Un sindacato spiazzato si è trovato a dover rincorrere le motivazioni da sé stesso addotte quale motivazione dell’evento. Secondo il professor MARIO BALDASSARRI «250 milioni di euro per il “caro bollette” rappresentano una questione infinitesimale se paragonati ai 4 miliardi precedentemente stanziati al medesimo scopo dal Governo Draghi.
Secondo l’ex ministro dell’Economia – intervenuto come sempre nel corso della CCCL puntata della trasmissione “Capire per Conoscere”, condotta dal giornalista CLAUDIO LANDI e andata in onda sulle frequenze di Radio Radicalela questione è stata «minimale, almeno nel suo primo impatto», poiché «si era detto che il Presidente del Consiglio aveva tentato una transazione all’interno della sua maggioranza proponendo un contributo di solidarietà per chi è in possesso di un reddito superiore a 75.000 euro escludendoli, però, dai previsto sgravi Irpef per complessivi 250 milioni di euro, somma che avrebbe invece trovato impiego per fare fronte al cosiddetto “caro bollette”».
Allo specifico scopo il governo aveva già stanziato all’incirca 4 miliardi, dunque, sia l’entità in sé della somma controversa, 250 milioni non giustificherebbero uno sciopero generale.
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