Un militare dell’esercito di Bashar al-Assad ha perso la vita a seguito di un attacco effettuato ieri dalle Forza di difesa israeliane (IDF) contro alcune postazioni dell’esercito siriano nel sud del Paese arabo.
Lo strike ha inoltre causato danni alle strutture. Secondo le fonti ufficiali di informazione damascene, l’azione sarebbe stata portata a compimento attraverso l’impiego di razzi lanciati da batterie schierate sulle alture del Golan, che hanno attivato le difese aeree siriane. Al riguardo damasco dichiara di essere riuscita a intercettare la maggior parte dei missili in arrivo, ma di questo non vi è però conferma.
ATTACCHI SPESSO NON RIVENDICATI
Negli ultimi anni ammontano a centinaia gli attacchi effettuati da Israele contro obiettivi situati all’interno della Siria controllata dalle forze del governo di Damasco, seppure gli organi dello Stato ebraico raramente le abbiano rivendicato la paternità, pur riconoscendo che a essere prese di mira sono le basi delle milizie alleate dall’Iran, come quelle del gruppo libanese Hezbollah, che ha inviato propri combattenti in supporto di Assad in Siria.
Le IDF attaccano inoltre le spedizioni di armi che si ritiene siano dirette verso le milizie anti-israeliane. Infine, le intelligence occidentali segnalano che si sarebbero verificati anche attacchi aerei condotti dalla Israel Air and Space Force (IASF) contro siti ritenuti parte del residuale arsenale chimico siriano, un programma che Damasco asserisce di avere cessato otto anni fa.