Con oltre 575 milioni di profili e 260 milioni di utenti attivi al mese, LinkedIn si conferma il social network più diffuso in ambito business, visitato ogni giorno da migliaia di professionisti ed HR manager. Ma quali sono le sue reali potenzialità in termini di personal branding e in che modo lo si può utilizzare al meglio per raccontare il volto umano che si cela dietro un brand o un’impresa?
OPPORTUNITÀ SUI SOCIAL
Il social network, che offre infinite opportunità per costruire la propria rete professionale e, contemporaneamente, di rimanere sempre aggiornati su cambiamenti e innovazioni del proprio settore di competenza, è riuscito ad accorciare la distanza tra imprese e utenti proprio grazie al personal branding.
«Oggi la comunicazione aziendale più formale può risultare finta, antiquata e spesso spaventa: le persone vogliono invece avere a che fare con altre persone con cui entrare in connessione. L’obiettivo del personal branding è riuscire ad impostare la propria comunicazione a livello sia professionale che umano, per iniziare una conversazione con la propria clientela, differenziarsi dalla concorrenza e costruire nel tempo la propria autorevolezza», afferma Claudia Barberis, docente presso l’Università Cattolica di Milano e tra le principali esperte in Italia di personal branding per imprenditori e professionisti.
COME RACCONTARE SÉ STESSI
La Barberis ha dunque stilato quindi una lista di consigli su come raccontare sé stessi e distinguersi su LinkedIn attraverso il personal branding.
Il primo è di essere proattivi, creare solo il profilo su Linkedin servirà sicuramente ad indicizzarsi su Google ed essere quindi trovabile da potenziali selezionatori o clienti, ma niente altro. Per spiccare su LinkedIn è fondamentale essere attivi nel pubblicare contenuti e interagire con le persone ed i gruppi professionali dai quali vuoi farti conoscere;
secondo, non delegare: va bene farsi supportare nella gestione del proprio profilo da professionisti seri, ma il consiglio è quello di non farsi mai completamente sostituire da un’agenzia: i contenuti che funzionano sono quelli con una spiccata componente personale, in cui si comprende da ogni riga che è il soggetto stesso a parlare e non, al contrario, un suo portavoce. Se si è troppo generici o uguali ai propri competitor è durissima spiccare;
terzo, descrivere e raccontare i risultati raggiunti: questo in realtà vale anche nella redazione di un CV efficace; nelle descrizioni delle esperienze professionali è meglio non scrivere di cosa ci si è occupati ma piuttosto menzionare i risultati concreti raggiunti. Così è utile per chi deve selezionare a capire se si è la figura ricercata dall’azienda;
quinto, i contenuti nativi: Come tutti i social, anche LinkedIn dà maggiore visibilità ai contenuti nativi, cioè a quelli creati direttamente sul profilo piuttosto che su siti o social esterni. Quindi, se si vogliono far girare articoli o video, il consiglio è di non condividerli come link dal blog o da YouTube ad esempio, ma caricarli direttamente nelle aree apposite di LinkedIn.
E POI… I CONTENUTI VISUALI
Inoltre i contenuti visuali: se l’obiettivo è distinguersi, rimanere impressi e farsi conoscere, è fondamentale abbinare sempre foto, video o grafiche professionali a ciò che si posta: attira l’attenzione di chi sta facendo scroll fra i contenuti, aumenta il tempo di permanenza sui contenuti e si rimane ben impressi nella mente dei propri contatti.
Infine una curiosità: vari studi hanno mostrato che le foto in cui si ride apertamente tolgono credibilità, quindi sono preferibili immagini in posa «decisa» o sorridente, la risata piena viene interpretata come poco professionale.
Se si ha a disposizione un budget da utilizzare per le sponsorizzate, quelle di LinkedIn sono ottime perché consentono di selezionare il tipo di professionisti a cui si vuole arrivare in modo più preciso di altri social, proprio perché ha a disposizione tantissime informazioni specifiche su job description, settore e ambiti in cui ognuno si muove.
No spam!: In realtà vale ovunque, i messaggi copia ed incolla mandati ad un gran numero di persone in cui si cerca di vendere se stesso, i propri prodotti o servizi ad utenti che non li hanno mai richiesti e non sanno nemmeno di cosa si tratti sono a tutti gli effetti Spam. Sono alla pari dei volantini infilati a tradimento nella propria casella di posta, che si gettano via appena li si nota. Il consiglio è quello di contattare esclusivamente persone a cui interessano le nostre attività o prodotti e farlo con messaggi altamente personalizzati.
CLAUDIA BARBERIS
Alla guida della propria società di consulenza di personal branding per imprenditori e aziende oltre che docente del corso dedicato al Personal Branding presso l’Università Cattolica di Milano, Claudia Barberis ha iniziato la sua carriera lavorando per alcune importanti aziende del settore moda e lusso come Loro Piana e Valentino nell’area merchandising. Ha vissuto per tre anni in Brasile, dove ha collaborato con una rivista e con alcune start up e dove ha iniziato la sua attività di consulente.