ECONOMIA, imprese e lavoro. Gioco senza vincita in denaro: la crisi si supera con la concertazione tra tutti i protagonisti del settore

Il settore del puro amusement ha un fortissimo impatto di gioia e andrà per questo incontro a una naturale ripresa post Covid-19. Per i gravissimi danni causati dalla pandemia, richiede però un supporto particolare da parte del legislatore

«Il settore del puro amusement ha un fortissimo impatto di gioia e andrà per questo incontro a una naturale ripresa post Covid-19. Per i gravissimi danni causati dalla pandemia, richiede però un supporto particolare da parte del legislatore. Da parte mia offro la massima disponibilità per trovare gli strumenti idonei alla vita di questo comparto», a parlare è Federico Freni, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze con delega ai giochi, intervenuto in collegamento video agli Stati Generali dell’Amusement, che hanno avuto luogo ieri a Roma.

UN COMPARTO CHE AFFRONTA LA CRISI

L’obiettivo dell’evento, organizzato da tutte le associazioni di settore grazie al coordinamento di Alessandro Lama, presidente di Federamusement di Confesercenti, è stato quello di fare il punto sul comparto in un momento particolarmente critico, segnato dalla crisi economica determinata dalla pandemia da Covid-19 e le nuove regolamentazioni in procinto di essere applicate.

«Assieme a tutte le sigle che compongono il nostro mondo, che rappresentano produttori e gestori abbiamo deciso di dare vita a questo strumento degli Stati Generali durante il lockdown – ha proseguito Lama -, quando passavamo ore a discutere per cercare di agevolare le riaperture. Oggi siamo in una fase nuova, abbiamo affrontato la crisi e con tutte le realtà del settore stiamo portando avanti il confronto. Ciò che è evidente a tutti è che la concertazione è l’unico strumento che possiamo utilizzare per ottenere risultati, non ci sono altre strade».

Un concetto sottolineato anche da Domenico Distante, presidente di Sapar, che ha aggiunto: «Abbiamo chiesto un tavolo di concertazione all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ed è stato costituito immediatamente. Ci sono aspetti da sistemare e lo stiamo facendo con la collaborazione e nel rispetto di tutti quanti. Questo è fondamentale».

FATTURATO CHE GENERA LAVORO PER 60.000 PERSONE

Il comparto del puro amusement genera 750 milioni di euro di fatturato annuo ed è composto da oltre 6.200 imprese per le quali lavorano 60.000 addetti, un tessuto produttivo che ha perso negli ultimi due anni il 95% degli introiti.

«Conosciamo bene la dedizione e la professionalità che gli operatori mettono nel loro lavoro. In questo momento così difficile per il comparto – ha a sua volta precisato Riccardo Rizzi, presidente di Leisure Group Italia/Gruppo Dedem Spa – dobbiamo restare uniti. Siamo coloro che offrono svago sano per i giovani, abbiamo un ruolo economico e sociale molto importante».

L’importanza del settore è stata rimarcata inoltre da Mauro Bussoni, segretario generale Confesercenti, che ha richiamato l’attenzione sull’importanza di un settore «che dà lavoro, coinvolge i bambini in un gioco sano e ha pertanto un impatto sociale molto positivo. Per via della grave crisi dovuta al Covid-19, meriterebbe ora maggiore attenzione e semplificazione. È un comparto che va valorizzato: si deve fare tutto il possibile dal punto di vista normativo perché ciò avvenga. Con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli i rapporti sono buoni, ci auguriamo che il tavolo di confronto che è stato messo in piedi sfoci in risultati concreti».

UNA PROROGA IN VISTA DELLA RIFORMA

Sulla medesima lunghezza d’onda Antonio Giuliani, direttore Giochi – Ufficio apparecchi da intrattenimento Adm: «Il confronto sta portando a soluzioni che possono facilitare la messa in avvio della riforma – ha egli dichiarato -, io vedo nella riforma un’opportunità. È chiaro che tutte le riforme portano delle difficoltà, bisogna organizzarsi per farvi fronte. Noi stiamo cercando di semplificare il più possibile. Cercheremo anche di fare una proroga che ci consenta di arrivare a destinazione più facilmente. Le proroghe però non servono a nulla se al termine ci ritroviamo lo stesso problema: bisogna utilizzarla per arrivare a scadenza pronti per la riforma».

Condividi: