Ba è morto durante la notte, Ma è scomparsa da tempo. Lucy e Sam, dodici e undici anni, si ritrovano all’improvviso in fuga in una terra ostile. Al tramonto della febbre dell’oro, con il cadavere del padre sulle spalle, partono per un viaggio nel grande Ovest americano, segnato da ossa di bisonti e impronte di tigri misteriose, per dare degna sepoltura a Ba.
ELEMENTI ONIRICI E LINGUAGGIO CONTEMPORANEO IPNOTICO
Nel cammino incontreranno cercatori d’oro e speculatori, un sinistro cacciatore di pellicce, la proprietaria di un bordello, una ricca ragazza di città che offrirà loro aiuto ma solo alle sue condizioni. Nell’ombra del ricordo del padre violento, per cui nutrono sentimenti contrastanti, Lucy e Sam dovranno cercare la loro strada in mezzo a paesaggi brutali e incantati, anche a costo di separarsi, e scoprire a poco a poco i segreti del loro passato familiare insieme a quelli del loro paese, l’America.
Pervaso di elementi onirici, e sostenuto da un linguaggio contemporaneo, ipnotico, Quanto oro c’è in queste colline è uno straordinario romanzo d’avventura che riscrive il mito di fondazione della frontiera, toccando temi cruciali come la razza e l’immigrazione e altri più intimi come il genere e la perdita, e che segna l’ingresso di una nuova voce nella letteratura americana.
DA PECHINO AGLI USA
Nata a Pechino, C Pam Zhang sì è trasferita a quattro anni negli Stati Uniti d’America, crescendo a Salinas, in California, dunque non è casuale che il suo scrittore preferito sia John Steinbeck. Quanto oro c’è in queste colline è il suo primo romanzo, col quale ha vinto diversi premi, oltre a essere stata nominata per il Booker Prize e finalista al pen/HemingwayAward.
Autrice: C Pam Zhang;
titolo: Quanto oro c’è in queste colline;
editore: 66thand2nd;
traduzione: Martina Testa;
collana: bookclub;
pagine: 352;