Le autorità di sicurezza tunisine hanno reso noto sabato scorso di aver smantellato una cellula terroristica nel governatorato settentrionale di Jendouba. Essa era composta da venti persone, in parte già implicate in attività terroristiche e per questo in precedenza detenute nelle carceri del Paese nordafricano.
In Tunisia il livello della minaccia terroristica ha conosciuto un significativo abbassamento dal periodo dei sanguinosi attacchi del 2015 e dalla grande offensiva contro la città di Ben Guerdane del marzo 2016, questo grazie allo smantellamento di decine di cellule “dormienti” e alle operazioni preventive in funzione di contrasto degli ambienti estremisti.
Attualmente l’attività dei gruppi armati è limitata alle zone montuose nei pressi del confine con l’Algeria, dove a volte vengono segnalati incidenti. Si trata dii una regione che da quasi dieci anni è teatro di scontri armati tra l’esercito e le forze di sicurezza e i gruppi armati jihadisti, in particolare l’Oqba Ibn Nafie Phalanx, una filiazione locale di al-Qaeda nel Maghreb islamico (AQIM), ritenuta responsabile di diversi attacchi nel Paese.
