NUCLEARE, arsenali. Vaticano, il cardinale Parolin al convegno di Assisi sulle armi nucleari

Egli ha sottolineato la «necessaria riconsiderazione del concetto di sicurezza, che non si può basare sulla minaccia della distruzione reciproca e della paura, ma deve trovare il proprio fondamento nella giustizia, nello sviluppo umano integrale, nel rispetto dei diritti umani, nella cura del Creato, nella promozione di strutture educative e sanitarie, nel dialogo e nella solidarietà. In sintesi: nel bene comune ricercato con volontà sincera e attuato con determinazione»

Si intitola “La conversione delle armi nucleari? Conviene!” il convegno organizzato ad Assisi dal Comitato per una Civiltà dell’Amore, che riunisce diverse realtà nell’impegno e nell’eliminazione effettiva degli arsenali nucleari e la loro conversione in iniziative di pace. Il convegno è stato aperto da un videomessaggio del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano.

DIGNITÀ DELLA PERSONA E MULTILATERALISMO

Questi ha plaudito all’impegno del comitato centrato sulla dignità della persona umana e sul multilateralismo, e ha affermato che: «La Santa Sede ritiene che questi elementi siano particolarmente importanti per sviluppare e rafforzare una fiducia reale e duratura a livello internazionale, elemento indispensabile se si vuole garantire la sicurezza e la pace».

Egli ha inoltre sottolineato come sia «necessario riconsiderare il concetto di sicurezza, che non si può basare sulla minaccia della distruzione reciproca e della paura, ma deve piuttosto trovare il proprio fondamento nella giustizia, nello sviluppo umano integrale, nel rispetto dei diritti umani, nella cura del Creato, nella promozione di strutture educative e sanitarie, nel dialogo e nella solidarietà, in sintesi: nel bene comune ricercato con volontà sincera e attuato con determinazione».

URGENZA ADOZIONE STRATEGIE LUNGIMIRANTI

Parolin poi fatto riferimento all’urgenza dettata dalla necessità di «adottare strategie lungimiranti, rifuggendo da approcci miopi e limitati nell’affrontare i problemi e le questioni relative al disarmo», ricordando i vari incontri internazionali sul tema che avranno luogo nei prossimi mesi, dalla X conferenza di revisione del Trattato di non-proliferazione nucleare (TNP), al primo meeting delle parti del Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW), che si svolgerà a marzo del prossimo anno e che «costituirà un momento significativo per la famiglia delle nazioni».

Su quest’ultimo trattato la Santa Sede si è particolarmente impegnata, fino a votarne in favore, comportandosi nel caso, eccezionalmente, quale Stato membro, e non secondo il suo status di osservatore. Il cardinale Segretario di Stato ha quindi ricorda come «la sua entrata in vigore, il 22 gennaio dell’anno in corso, ha segnato un passo avanti decisivo ed è legato alla piena attuazione degli impegni del Trattato di non proliferazione nucleare in vista del completo disarmo».

DISARMO E NON PROLIFERAZIONE NUCLEARE

Sempre ad avviso di Parolin, si tratta di un «un successo della diplomazia multilaterale, ma sappiamo bene che la sua negoziazione ed entrata in vigore non sarebbero state possibili senza l’azione delle tante associazioni della società civile impegnate nella promozione continua del disarmo e della pace».

Il porporato ha infine concluso ricordando che «l’obiettivo ultimo dell’eliminazione totale delle armi nucleari è al tempo stesso una sfida e un imperativo morale e umanitario. Un approccio concreto dovrebbe promuovere una riflessione su un’etica della pace e della sicurezza multilaterale e cooperativa che vada al di là della paura e dell’isolazionismo che permeano molti dibattiti attuali».

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