USA, assalto a Capitol Hill. Nessun errore del Pentagono nella reazione del 6 gennaio alla violenta occupazione del Campidoglio a Washington

Nonostante le diffuse critiche al Dipartimento della Difesa per la sua lenta reazione all'attacco del 6 gennaio scorso al Campidoglio, un rapporto pubblicato giovedì dall'ispettore generale del DoD ha però rilevato come le azioni siano state «appropriate e assunte sulla base di requisiti e coerentemente con i ruoli e le responsabilità dell’Istituzione», conformemente dunque a leggi, regolamenti e ad altre linee guida applicabili

«I funzionari del Dipartimento alla Difesa non hanno ritardato o ostacolato i militari della Guardia nazionale giunte al Campidoglio di Washington dopo alcune ore che gli insorti l’avevano preso d’assalto».

Nonostante le diffuse critiche al Dipartimento della Difesa per la sua reazione all’attacco del 6 gennaio scorso al Campidoglio degli Stati Uniti d’America, un rapporto pubblicato giovedì dall’ispettore generale del Dipartimento ha però rilevato come le azioni siano state «appropriate e assunte sulla base di requisiti e coerentemente con i ruoli e le responsabilità dell’Istituzione», conformemente dunque a leggi, regolamenti e ad altre linee guida applicabili.

Tuttavia, mentre il rapporto reso pubblico conferma ampiamente la tempistica rispettata dal Dipartimento della Difesa rispetto agli eventi in questione, altri vi hanno invece rinvenuto delle lacune significative, e evidenziandone le incongruenze.

L’allora Segretario alla Difesa Chris Miller, in particolare, era stato posto sotto accusa a causa del divario della durata di tre ore intercorrente tra la richiesta di autorizzazione da fornire al comandante della Guardia Nazionale del Dipartimento della Columbia (DC), competente per territorio sulla città di Washington, in modo da far arrivare le forze al Campidoglio. In marzo, il maggiore generale William Walker, allora capo della Guardia nazionale del DC, aveva testimoniato che, alla sua chiamata fatta alle ore 14:00 ai responsabili della Difesa si era unito il generale Walter Piatt, e il tenente generale Charles Flynn, quest’ultimo a quel tempo vice capo di stato maggiore dell’esercito, sconsigliando un rapido dispiegamento di ulteriori contingenti di truppe.

Durante la sua testimonianza, Walker aveva affermato che «insolite restrizioni ostacolarono l’intervento del Dipartimento della Difesa».

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