CONFLITTI, guerre iraniane. UCAV e missili: il comandante delle Guardie della Rivoluzione, Hossein Salami, decanta la potenza del proprio arsenale

Il generale a capo dell’IRGC è intervenuto l’11 novembre scorso dai teleschermi del primo canale della televisione della Repubblica Islamica. «facciano attenzione i nostri nemici – ha egli affermato -, poiché disponiamo di qualcosa di unico»

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Fino dove è giunta la tecnologia degli ayatollah nel campo degli armamenti? Gli equipaggi delle unità in navigazione nelle acque del Golfo Persico (e non solo in quelle) devono iniziare a preoccuparsi ulteriormente? Quella del comandante in capo del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione iraniana (Islamic Revolutionary Guard Corps, IRGC), era solo propaganda a buon mercato oppure nelle sue parole c’era qualcosa di vero?

Egli, almeno apparentemente, parlando al mondo dai teleschermi del primo canale della televisione di Teheran si è espresso con molta chiarezza: «L’Iran ha una capacità nel settore degli UAV che neppure gli Stati Uniti d’America posseggono», ha infatti dichiarato Hossein Salami, aggiungendo poi come il lancio di un missile da questi vettori aerei a pilotaggio remoto «sia in grado di colpire una nave in movimento».

COLPIRE A 3.000 CHILOMETRI DI DISTANZA

L’alto ufficiale iraniano si era espresso al riguardo nel corso dii una riunione avuta con i comandanti della forza Qods e delle Guardie rivoluzionarie nella provincia di Gilan che l’Iran ha capacità UAV che anche gli Stati Uniti non hanno, tale ha UAV che possono, affermazioni che in seguito erano state mandate in onda dal canale . Le osservazioni del generale Salami sono andate in onda dall’emittente televisiva.

Salame ha quindi ammonito gli avversari della Repubblica Islamica  dell’Iran riguardo al fatto che: «Nel campo degli UAV (in realtà, più appropriato sarebbe parlare di UCAV, n.d.r.), anche gli americani non possono fare alcune delle cose che facciamo noi, poiché, facciano attenzione, un UAV antinave in grado di colpire qualsiasi punto di una nave in movimento a tremila chilometri di distanza è davvero qualcosa di unico».

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