RUSSIA, materie prime energetiche. L’altalenante rubinetto di Gazprom: oggi nel tubo il gas viene pompato, domani chissà…

Il colosso russo dell’energia ha iniziato a far fluire il proprio gas ai cinque depositi sotterranei europei. Lo farà per tutto il mese novembre. «Abbiamo determinato i volumi e le rotte per il trasporto del gas», affermano a Mosca

Gazprom ha ricominciato a pompare il gas russo rifornendo così l’Europa, una decisione che interrompe quel blocco che è stato tra le cause dell’incremento vertiginoso dei prezzi  della materia prima energetica essenziale al Vecchio continente all’alimentazione delle sue centrali di elettrogenerazione, al riscaldamento dei suoi abitanti e al funzionamento del suo apparato produttivo.

Un blocco della materia prima chiave nella transizione energetica, nonostante si continui a bruciare grandi quantità di carbone e a generare elettricità tramite l’insostituibile nucleare.

GAS NATURALE, CONDOTTE E «GUERRE IBRIDE»

Mosca lo aveva annunciato e adesso ha mantenuto la sua promessa che a partire dall’8 novembre avrebbe iniziato il riempimento degli stoccaggi europei. Il tutto avviene in una fase di particolare recrudescenza di forme di guerra ibrida proprio a ridosso dei tracciati delle condotte di gas, con la vicenda bielorussa che ha fatto suonare molti campanelli di allarme.

Un riavvio delle forniture atteso con trepidazione da quest’altra parte d’Europa, poiché lunedì scorso nei tubi russi non era stato registrato alcun passaggio di gas, con gli osservatori delle vicende internazionali che avevano ritenuto che quell’inerzia fosse strettamente legata alla decisione da parte di Bruxelles di dare il via libera al gasdotto North Stream 2.

L’ORDINE DI PUTIN

Il 27 ottobre scorso il presidente Vladimir Putin aveva detto al CEO di Gazprom, Alexei Miller, di iniziare a pompare gas naturale negli stoccaggi europei una volta riempiti quelli russi. I mercati del gas in Asia e in Europa erano sotto stress dall’inizio dell’anno e i prezzi spot degli hub olandesi avevano registrato aumenti di oltre il 360% a causa delle basse scorte accumulate in vista dell’inverno e per  l’aumento della domanda con la ripresa delle economia nel post-crisi pandemica.

«Non appena avremo finito di pompare il gas nello stoccaggio sotterraneo in Russia, inizieremo a pomparlo in quelli europei», aveva al riguardo assicurato Miller a Putin, e quest’ultimo aveva quindi affermato che ciò avrebbe alleviato la situazione del mercato energetico europeo.

EFFETTI SUI MERCATI E CARENZE NEGLI STOCCAGGI

E l’effetto sui mercati non ha tardato a manifestarsi, dato che il prezzo di riferimento del GN, il TTF, è sceso del 3 per cento già all’arrivo dei primi volumi giunti in Germania e Austria. Tuttavia, la situazione si era comunque aggravata a causa della diffusione della notizia secondo la quale Mosca aveva mantenuto i rifornimenti bloccati mentre i carichi di gas naturale liquefatto venivano dirottati in Asia, con il risultato, la stagione del riscaldamento, quindi il periodo dell’anno in cui c’è n’è più bisogno, stava cominciando con le scorte al loro livello stagionale più basso da più di un decennio.

Secondo quanto riferito dal Transmission System Operator ucraino, Gazprom avrebbe prenotato altri dieci milioni di metri cubi al giorno di capacità del gasdotto al confine tra Ucraina e Slovacchia. Non solo, le forniture attraverso il gasdotto Yamal-Europe stanno anche fluendo verso ovest dalla Polonia alla Germania, riprendendo il loro corso normale dopo che la direzione sembrava invertita a fine ottobre e inizio novembre.

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