SIRIA, conflitto ed equilibri di potere. L’esercito parallelo di Maher

Un’unità autonoma in tutto e per tutto, formata da quasi ventimila effettivi e i cui gradi superiori sono al 95% alawiti, come gli Assad. La 4ª Divisione, che controllerebbe ancora una parte dell’arsenale chimico siriano, è una componente del sistema di potere damasceno che potrebbe prevalere sulle altre, assumendo progressivamente il controllo sugli apparati della sicurezza e le forze armate

Le gravi difficoltà alle quali è andato incontro con il perdurante conflitto lo strumento militare degli Assad hanno avuto quali conseguenze anche il mutamento del peso di alcune delle varie componenti della struttura del potere damasceno. Come quella che vede protagonista un’unità di élite delle forze armate, la 4ª Divisione, nominalmente sotto il comando del generale Ali Mahmoud, ma diretta emanazione di Maher al-Assad, fratello del presidente Bashar. L’argomento è stato trattato in maniera analitica in un ampio articolo (al quale si rimanda) redatto dal giornalista Abdullah Alghadawi, pubblicato il 24 settembre scorso sul sito web del Middle East Institute (https://www.mei.edu/publications/fourth-division-syrias-parallel-army).

L’ESERCITO PARALLELO DI MAHER

Un’unità corazzata che, tuttavia, grazie al corollario di reparti suoi dipendenti e la prerogativa della priorità negli approvvigionamenti attraverso una linea di comando in grado di bypassare lo stato maggiore, assume la fisionomia di un vero e proprio «esercito parallelo». Una forza cresciuta in potenza e potere negli ultimi anni a causa degli effetti del conflitto, che ha messo a dura prova l’esercito di Damasco usurandolo sotto molti punti di vista.

Nella ricostruzione della dinamica fatta da Alghadawi emerge come nella Siria attuale si vada riproponendo una situazione per certi aspetti simile a quella venutasi a creare nell’ultima fase della vita di Hafez al-Assad, ufficiale dell’aeronautica e padre di Bashar e Maher, che governò il Paese arabo con il pugno di ferro per decenni fino alla sua morte. Allora, il fratello di questi, Rifaat al-Assad, tra gli uomini più potenti e influenti  in Siria, colui che comandava le cosiddette Compagnie di Difesa (le Saraya ad-Difaa, a quel tempo brutale strumento di sicurezza del regime), ma che a un certo punto entrò in contrasto con lo stesso Hafez.

ANALOGIE E DIFFERENZE CON IL PASSATO

A distanza di decenni, oggi in Siria si riscontrerebbero quindi delle analogie con il passato, con la netta differenza, però, che i due fratelli al vertice del potere apparentemente non si trovano in contrasto. Così come, sempre apparentemente, non si troverebbero in contrasto neppure le due componenti militari di riferimento degli al-Assad, cioè la Guardia Repubblicana (i pretoriani del regime controllati da Bashar) e, appunto, la 4ª Divisione di Maher.

Dove risiederebbe dunque il problema? Nella crescente forza dell’unità di Maher acquisita nel corso della lunga e sanguinosa guerra civile, che – in parte anche grazie al forte sostegno iraniano e alla contestuale dell’asserita riduzione di interesse da parte russa per l’esercito siriano – la porrebbe nelle condizioni di imporsi al livello delle forze armate nell’equilibrio dei poteri interno al regime.

NUOVI EQUILIBRI DI POTERE

Appunto, una «forza armata parallela» attiva non più soltanto nell’area della capitale, bensì capillarmente in tutte le zone del Paese che il regime mantiene sotto il proprio controllo. Questo – conclude Alghadawi nel suo articolo -, in un contesto caratterizzato dalla presenza di milizie di vario genere e dall’esaurimento delle capacità dell’esercito, varrebbe a dire che Teheran in futuro potrà disporre di uno strumento in grado di consentirgli di continuare a influenzare la politica di Damasco anche qualora tutte le milizie sciite si ritirassero dalla Siria.

Un’unità autonoma in tutto e per tutto formata da quasi ventimila effettivi, i cui gradi superiori sono al 95% alawiti come gli Assad e che, si afferma, controllerebbe ancora una parte dell’arsenale chimico siriano. Insomma, una componente del sistema di potere damasceno che potrebbe prevalere sulle altre, assumendo progressivamente il controllo sugli apparati della sicurezza e sulle forze armate.

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