«Algeria e Italia hanno da tempo rapporti profondi, un Paese per noi partner strategico con il quale intendiamo consolidare questo rapporto» queste le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella al termine dell’incontro con il suo omologo algerino Abdelmadjid Tebboune.
L’incontro ha avuto luogo nel quadro della visita ufficiale della durata di due giorni compiuta dal capo dello Stato italiano nel Paese nordafricano, finalizzata al rafforzamento dei già intensi rapporti bilaterali in essere, in particolare nei campi della cooperazione geopolitica ed economica. L’occasione è inoltra valsa anche a rendere omaggio a Enrico Mattei, fondatore dell’Eni, che nell’Algeria in procinto di rendersi indipendente dalla Francia rinvenne un paese di basilare importanza per le future politiche energetiche dell’Ente nazionale idrocarburi. A Mattei è stata conferita l’onorificenza di «Amico della Rivoluzione» e gli è stato dedicato un nuovo giardino nel centro della capitale.
INTENSO INTERSCAMBIO COMMERCIALE
Quella di Mattarella è la prima visita di un Capo di Stato europeo al nuovo Presidente Abdelmadjid Tebboune, nell’incarico dal 2019, quindi nel pieno della faticosa fase di transizione politica e istituzionale algerina. Per il Presidente della Repubblica italiano si tratta dell’ultima visita ufficiale fuori dall’Unione europea del suo settennato.
Si è accennato all’importanza delle relazioni con un paese come l’Algeria, che dell’Italia è dirimpettaio sulla sponda meridionale del Mediterraneo oltreché terzo partner commerciale a livello mondiale e primo in Africa. Lo scorso anno, dunque nel pieno della pandemia di coronavirus, il valore dell’interscambio commerciale tra i due paesi è stato pari a 5,83 miliardi di euro, dei quali 3,14 di importazioni italiane e 1,94 di esportazioni, con il gas naturale che ha costituito la quasi totalità dell’import di Roma, mentre l’Italia ha invece esportato macchinari, prodotti petroliferi raffinati, prodotti chimici e siderurgici.
PROGETTI E PROBLEMI
Nei progetti della Repubblica Democratica Popolare di Algeria figura però anche lo di un proprio tessuto di piccole e medie imprese, questo grazie anche al possibile sostegno italiano, nonché il rafforzamento della cooperazione nei campi culturale, scientifico e tecnologico.
Fitta l’agenda del soggiorno algerino di Mattarella, tra cerimonie, incontri e colloqui con i vertici dello Stato ospite, fondamentale interlocutore, fra l’altro, su tematiche di strategica importanza quali le situazioni (in atto e in divenire) in Libia e Sahel.
Questo, malgrado il Paese nordafricano sia impegnato in prima persona in un’annosa situazione conflittuale, quella del Sahara Occidentale, che lo vede in contrapposto al confinante Regno del Marocco. Un conflitto «a bassa intensità» che rischia di destabilizzare l’intera regione, già di per sé interessata da crisi. Un conflitto combattuto dagli indipendentisti saharawi del Fronte Polisario sostenuti da Algeri che, tuttavia, non esclude anche ripetuti scambi di tiri di artiglieria a ridosso del muro difensivo edificato da Rabat negli anni Ottanta, che si estende per oltre 2.700 chilometri.
UN CONFLITTO PER ORA «CONTROLLATO»
In questi ultimi mesi è in atto una profonda crisi tra Algeria e Marocco, con Algeri che ha dapprima interrotto le relazioni diplomatiche con Rabat per poi interdire il proprio spazio aereo ai velivoli marocchini, quindi c’è stato l’episodio del gasdotto con la Spagna. Finora il latente conflitto è stato sempre «controllato» dai due Stati antagonisti, ma in un contesto del genere un incidente potrebbe ingenerare anche escalation pericolose. E, come si sa, gli incidenti fanno presto a verificarsi, coma quando, recentemente, l’artiglieria marocchina ha colpito due autoarticolati civili algerini in transito in quella zona.
Al riguardo va rilevato che in Africa Marocco e Algeria sono i maggiori importatori di materiali d’armamento, con l’Egitto che non viene incluso poiché nella classificazione è parte del Medio Oriente.