«Chiusa la prima parte dei lavori del COP26 a Glasgow oggi, su indicazione dell’India, si ipotizza una nuova scadenza al 2070», questo il commento espresso dal presidente di FederPetroli Italia, Michele Marsiglia.
Al riguardo, egli ha poi aggiunto che: «Ancora questa “ipotetica transizione” e il coniato slogan “Carbon Free” è sempre più circondato da confusione ed enorme incertezza. Con l’Europa, nonostante le diatribe interne, disaccordi, malumori tra i paesi membri, ancora una volta ci dimostriamo primi della classe e bravi alunni nell’osservare e contribuire a mettere in atto una nuova fase dell’Energia. Il problema non è l’Italia e non è l’Europa, il grande dialogo sulla transizione di questo secolo e dei decenni futuri è da affrontare con quella parte di Mondo dove oggi, l’economia e l’industria primaria è ancora allo stato iniziale».
«I continenti recepiscono quello che è stato stabilito al COP26 – ha quindi concluso Marsiglia -, poi tocca ai singoli Stati e, infine, l’onere passa alle imprese industriali disperdono in atmosfera CO₂, che, attenzione: non sono soltanto giganti societari, ma anche piccole realtà produttive. E proprio su queste ultime ricadranno gli effetti negativi in termini sanzionatori di quanto stabilito a livello internazionale, effetti che si riveleranno eccessivamente gravosi dal punto di vista della tenuta finanziaria stessa, nonché del loro livello di produttività. In sostanza, le aziende rischieranno il blocco produttivo».