«L’industria della Difesa e Sicurezza italiana è una delle più competitive realtà nazionali, motore di innovazione, patrimonio di conoscenza e di occupazione qualificata, fattore di credibilità e di proiezione internazionale dell’Italia». Lo ha recentemente dichiarato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini in un suo intervento sul periodico “Italia informa” (nº5, di settembre-ottobre 2021). «Un settore – ha quindi aggiunto – nel quale entrano in gioco interessi strategici non solo per lo sviluppo delle Forze armate ma anche per l’affermazione, la crescita e il posizionamento geostrategico ed economico dell’intero Paese».
IL SETTORE ARMIERO IN ITALIA
Egli ha poi evidenziato come nel tessuto industriale italiano, oltre alle realtà più note anche per dimensioni e rilevanza a livello internazionale, siano attive più di 4.000 imprese in possesso di un vasto patrimonio di conoscenze e con una forza lavoro qualificata stimata in oltre 16.000 persone addette lungo tutta la filiera produttiva. È noto come le eccellenze di tale comparto industriale vadano rinvenute nell’aerospazio, nell’elettronica e nella cantieristica.
«Per l’Italia – ha proseguito il titolare del dicastero di Via XX settembre – possedere una base tecnologica altamente competitiva nel settore della Difesa rappresenta, quindi, una condizione essenziale su cui poggiare la propria sovranità. Sovranità tecnologica che è presupposto per poter svolgere un ruolo da protagonista nell’ambito dei più importanti programmi internazionali e creare condizioni per rafforzare e incrementare le relazioni bilaterali con Paesi alleati e amici. Con la Direttiva per la politica industriale, che ho recentemente emanato, ho voluto indicare le linee di indirizzo su cui focalizzare i nostri sforzi per rafforzare ulteriormente la dimensione industriale di riferimento. Questo per riaffermare il ruolo che riveste nel soddisfare l’esigenza capacitiva delle nostre Forze armate al servizio del Paese, ma anche nell’ottica di contribuire ad un rinnovato sviluppo della nostra industria manifatturiera ed al sostegno alla crescita del paese in termini di occupazione e di competitività».
PUNTI DI FORZA PER IL FUTURO
Guerini ha sottolineato che si dovranno « predisporre e individuare i migliori strumenti e compiere le scelte più adeguate per raggiungere alcuni obiettivi che possono essere sintetizzati in cinque punti. Il primo, è quello di valorizzare al meglio gli investimenti della Difesa, garantendo le esigenze delle Forze armate ed esprimendo al contempo il pieno potenziale dell’industria nazionale. Il secondo, consiste nel consolidare il vantaggio strategico nella ricerca scientifica e nell’innovazione tecnologica. Per quanto riguarda il terzo punto, dobbiamo riuscire a esprimere pienamente la dimensione internazionale dell’industria di settore. Come quarto elemento, è necessario rafforzare le strategie di cooperazione internazionale per l’acquisizione di competenze e tecnologie e la crescita della competitività dell’industria nazionale. Infine, dobbiamo valorizzare e tutelare la sovranità tecnologica nazionale, con uno sguardo attento alle piccole e medie Imprese e alla ricerca».
L’INDUSTRIA DELLA DIFESA E IL RILANCIO DEL PAESE
L’Italia possiede nel settore una base tecnologica altamente competitiva in grado di poter contribuire allo sviluppo dell’industria manifatturiera nazionale.
«Negli ultimi anni – ha concluso il ministro – abbiamo conseguito progressi rilevanti in questa direzione, in particolare attraverso il rifinanziamento nell’ultima Legge di bilancio del Fondo pluriennale per gli investimenti nella Difesa, misura che garantisce una pianificazione più efficace degli investimenti grazie alla certezza delle risorse. Allo stesso tempo, nell’ambito del processo di integrazione della difesa europea, l’Italia è protagonista con la Difesa e la sua dimensione industriale nei programmi di cooperazione con altri Paesi. Anche in questo settore possiamo e dobbiamo crescere per essere in grado di intercettare le risorse che l’Unione mette a disposizione e contribuire al rafforzamento del ruolo del Paese. Sono scelte significative, soprattutto in un contesto geostrategico in grande fermento che attende risposte, sia dalla NATO che dall’Unione europea, entrambe chiamate a ridefinire i futuri, rispettivi livelli di ambizione. L’Italia è fortemente impegnata dentro questo processo, che necessità di una sinergia sempre più forte tra Difesa e industria di riferimento. Sinergia che, nel rispetto di ruoli e funzioni, deve diventare ancor di più valore aggiunto e determinante per guidare i necessari cambiamenti».