SUDAN, colpo di stato. I militari rilasciano il premier Hamdok, ma le incognite sul futuro permangono

Cosa è successo a Khartoum? Perché i militari golpisti hanno fatto un passo indietro? Quali sono le cause alla base della loro grave decisione di estromettere i civili dalla guida del Sudan? A insidertend.it dei possibili scenari futuri ha parlato il professor Mario Giro, esponente della Comunità di Sant’Egidio, già viceministro degli Affari esteri con delega alla Cooperazione internazionale e attualmente docente di Relazioni internazionali presso l’Università per stranieri di Perugia

Dopo il monito lanciato dagli americani i militari golpisti hanno rilasciato il primo ministro Abdalla Hamdok, che avevano arrestato nel corso del colpo di stato di due giorni fa. Essi, in ogni caso mantengono i pieni poteri nel Paese africano, poteri che non hanno mancato di esercitare reprimendo nel sangue la protesta dei cittadini sudanesi. Infatti, come purtroppo era prevedibile, in queste ultime ore ci sono stati dei morti tra la popolazione.

Ma cosa è successo a Khartoum? Perché i militari golpisti hanno fatto un passo indietro? Quali sono le cause alla base della loro grave decisione di estromettere i civili dalla guida del Sudan?

UN PREMIER INGENUO

Si afferma che Hamdok, un civile formatosi presso la Banca Mondiale, non abbia avuto un chiaro quadro della reale situazione nel suo paese e che, conseguentemente, abbia agito considerando l’unica componente strutturata del Sudan, appunto le forze armate, alla stregua di uno strumento difensivo di un paese democratico occidentale, un esercito consapevole delle proprie funzioni e dei propri limiti istituzionali. Ma in Sudan, al pari di numerosi altri paesi della regione, non è così, poiché i militari controllano anche larga parte dell’economia. A questo si aggiunga che i termini del completo passaggio del potere a un governo civile erano quasi giunti a compimento, ecco dunque la reazione, culminata nella riassunzione del pieno controllo della situazione attraverso l’estromissione dei civili dall’organo di gestione della transizione democratica.

POSSIBILI SCENARI FUTURI

Cosa potrà accadere adesso? La situazione è certamente complicata, anche alla luce delle tensioni interne al Sudan e dei focolai di conflitto alle frontiere. Dei possibili scenari futuri, a insidertend.it ha parlato il professor Mario Giro, autorevole esponente della Comunità di Sant’Egidio, già viceministro degli Affari esteri con delega alla Cooperazione internazionale e attualmente docente di Relazioni internazionali presso l’Università per stranieri di Perugia. Di seguito è possibile ascoltare la registrazione audio dell’intervista da lui rilasciata il 27 ottobre 2021 (A381).

A381 – SUDAN, COLPO DI STATO MILITARE: ANALISI DI SCENARIO. La situazione attuale e le prospettive future di un Paese per anni martoriato da conflitti e dalla dittatura, il quadro internazionale e le aree di crisi aperte non soltanto ai confini, il ruolo degli Usa nella transizione alla democrazia interrotta a Khartoum dall’intervento dei militari.
Tutto questo è stato discusso a insidertrend.it da MARIO GIRO, autorevole esponente della Comunità di Sant’Egidio, già viceministro degli Affari esteri con delega alla Cooperazione internazionale e attualmente docente di Relazioni internazionali presso l’Università per stranieri di Perugia. Registrazione del 27 ottobre 2021.
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