Il quadro della situazione dal punto di vista delle attività complessivamente svolte, dell’occupazione, dei salari e dei prezzi. Riassunti dal rapporto pubblicato periodicamente i dati registrati a livello di sistema sul territorio degli Stati Uniti d’America.
ATTIVITÀ ECONOMICHE
Nel periodo considerato è stata registrata un’attività economica in crescita moderata nella maggior parte dei distretti della Federal Reserve (Boston, New York, Filadelfia, Cleveland, Richmond, Atlanta, Chicago, St. Louis, Minneapolis, Kansas City, Dallas e San Francisco). In non pochi di essi il ritmo di crescita è stato rallentato da eventi quali le interruzioni nella catena di approvvigionamento, la carenza di manodopera e l’incertezza sugli effetti provocati dalla variante Delta del Covid-19.
Nella maggioranza dei distretti è stata rilevata una crescita positiva dei consumi, tuttavia, le vendite di automobili hanno subito una flessione a causa dei bassi livelli di scorte e dell’aumento dei prezzi.
Le rilevazioni nel settore turistico e dei viaggi sono risultate differenti a seconda dei distretti, poiché in alcuni di essi sono aumentati i viaggi di piacere, mentre in altri le flessioni hanno coinciso con l’aumento dei casi di Covid e con l’inizio dell’anno scolastico. Nel manifatturiero registrata una crescita nella maggior parte del paese, così come nell’autotrasporto e nel trasporto delle merci in genere, a fronte di una lieve crescita delle attività non manifatturiere.
Nel periodo considerato le richieste di prestiti hanno delineato una sostanziale curva piatta, al pari di esse anche l’attività immobiliare residenziale, dove si sono registrati anche dei lievi rallentamenti, senza tuttavia che il settore di mercato ne venisse compromesso. Alterni i dati relativi all’agricoltura, mentre stazionari quelli sull’energia. Le prospettive economiche sul breve termine permangono complessivamente positive, seppure in alcuni distretti sia stato registrato un incremento dell’incertezza e un più cauto ottimismo rispetto ai mesi precedenti.
OCCUPAZIONE E SALARI
Nelle ultime settimane l’occupazione è aumentata a un ritmo relativamente basso a causa della discrepanza tra domanda di lavoratori (elevata) e offerta (bassa), con i settori del trasporto e quelli tecnologici in rallentamento e, al contrario, quelli manifatturiero e dei servizi (vendita al dettaglio e alberghiero) che si sono sovente trovati in difficoltà nel reperimento di manodopera, con le imprese che si sono così viste costrette a ridurre la produzione.
In molte di esse si è verificato un elevato turnover, con le maestranze che hanno lasciato il lavoro per occuparsi altrove o collocarsi a riposo. Hanno inciso anche le problematiche relative alla cura dei bambini e quelle della vaccinazione, oltreché le assenze dal lavoro provocate dalla pandemia di coronavirus. In numerosi casi le aziende hanno puntato su un aumento dell’automazione allo scopo di compensare la carenza di manodopera.
Registrati forti incrementi salariali e incentivazioni, in particolare da parte di quelle imprese che hanno cercato di attrarre la manodopera a loro necessaria nell’attuale ciclo produttivo. Per quanto invece gli aumenti dei salari delle maestranze già in organico, essi vanno ricondotti alla necessità delle imprese di evitare esodi di personale. A questi provvedimenti vanno aggiunti i bonus di varia natura, flessibilità negli orari di lavoro e periodi di ferie più lunghi.
COSTI DI PRODUZIONE, LOGISTICA E PREZZI AL DETTAGLIO
Nella maggior parte dei distretti sono stati registrati prezzi significativamente elevati, alimentati dalla crescente domanda di beni e di materie prime. Le segnalazioni di aumenti dei costi di input sono state rilevate in tutti i settori industriali, essi vengono generati dalla scarsità di prodotti derivante dalla strozzatura dei colli di bottiglia delle catene del valore.
Le pressioni sui prezzi sono derivate anche da maggiori limitazioni nei trasporti (crisi della logistica) e alla scarsità di manodopera, nonché dalla carenza di materie prime. Infatti, nel periodo considerato i prezzi dell’acciaio, dei componenti elettronici e dei trasporti sono notevolmente aumentati. Molte imprese hanno scaricato gli incrementi dei costi sul cliente finale attraverso gli aumenti dei prezzi di vendita, questo in un contesto di forte domanda.