AEROSPAZIO, velivoli senza pilota. Arrivano i «droni taxi» ed è subito competizione sui mercati

Il «VoloCity» tedesco verrà presentato a Roma il prossimo 27 ottobre. Nel frattempo la Urban Aeronautics ha sviluppato il suo «CityHawk», ricevendo un ordinativo da una società di eliambulanze di New York

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L’esclusiva l’ha avuta “Huffpost”, che ha riportato  le parole di Christian Bauer, chief commercial officer della Volocopter, società che ha recentemente formato una joint venture con la cinese Geely Holding Group: «Presenteremo il nostro aerotaxi VoloCity all’aeroporto di Roma dal 27 al 30 ottobre insieme ai funzionari del Governo italiano e poi in centro città dal 2 al 5 novembre».

Insomma, ci siamo: ha avuto inizio l’era dell’urban air mobility (UAM), qualcosa che novantacinque anni il regista Fritz Lang aveva soltanto immaginato per il futuro del Pianeta, sbalordendo gli spettatori di allora con le immagini del suo film Metropolis. Oggi quel sogno è divenuto realtà e per la prima volta nello spazio aereo italiano volerà un drone in grado di trasportare delle persone.

IL PROTOTIPO IN VOLO IN ITALIA

Per il momento si tratterà solo di un prototipo che ha effettuato i suoi test di volo sono stati già effettuati a Singapore e all’aeroporto di Helsinki, poiché i voli sono previsti per il 2024, tuttavia, per le industrie e gli operatori del settore questi eventi rappresentano dei segnali importanti, dato che, per restare al mercato europeo, le potenzialità di fatturato entro il 2030 raggiungerebbero la cifra di quasi cinque miliardi di dollari.

Riferisce sempre l’Huffpost che «si viaggerà su un piccolo elicottero a due posti con sopra diciotto rotori: alimentato da nove batterie al litio, si alzerà in cielo in verticale e sarà guidato in un primo momento da un pilota, poi da remoto. Una volta impostata la destinazione a bordo, il drone sarà pronto per il viaggio. Come su un taxi, da una parte all’altra della città e senza soste intermedie a una velocità fino a 110 chilometri orari, atterrando e decollando dai vertiporti, piccoli spazi urbani dedicati alle operazioni di partenza e arrivo».

VOLOCOPTER GMBH

La società Volocopter GmbH ha le sue sedi a Bruchsal (nel Baden-Württemberg), Monaco e Singapore. La notizia dell’avvio della sua collaborazione e una filiale di secondo livello della Geely Holding Group risale allo scorso settembre, si tratta di una joint venture che avrà la sua base a Chengdu, capoluogo della provincia cinese sud-occidentale del Sichuan. Essa si occuperà della produzione e delle operazioni di mercato dei prodotti Volocopter in Cina, contribuendo inoltre alla promozione della UAM nella Repubblica Popolare. Stando a quanto reso noto, i velivoli e le loro componenti verranno fabbricati nell’Hubei Geely Terrafugia, locale struttura manifatturiera.

Ora, però, si attende la necessaria regolamentazione dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA), indefettibile per questo genere di attività di volo. Al riguardo si prevede che entro i primi mesi del 2022 vengano emesse le prime linee guida relative alla realizzazione dei vertiporti.

LA COMPETIZIONE SUI MERCATI DELL’UAM

La fase di consultazione con gli stati membri dell’Unione europea dovrebbe condurre al varo di una norma transitoria nazionale e, in seguito, a un regolamento comunitario, in questo senso, l’auspicio dei diretti interessati è che l’armonizzazione del quadro normativo possa realizzarsi entro il 2023.

Questo per quanto concerne l’Europa, ma nel resto del mondo le altre imprese dell’aerospaziale non stanno certo ferme a guardare. E un esempio della frenetica attività nel settore perviene dalla Urban Aeronautics (UA), che ha sviluppato il CityHawk, velivolo per una mobilità aerea urbana efficiente, affidabile, silenziosa, sicura e sostenibile. Anch’esso apporterà il proprio contributo nei termini del progresso tecnologico e nella mobilità, rendendo completamente nuova la dimensione del trasporto di massa nelle grandi città.

IL «CITY HAWK» DI UA E BOEING

Ad avviso dei progettisti della UA, uno dei punti di forza del CityHawk va rinvenuto nel suo rotore, poiché – essi affermano – si tratta della componente maggiormente vulnerabile di un elicottero. A questo scopo, sul CityHawk viene installato un rotore compatto da loro brevettato che si adatta perfettamente all’interno dell’aeromobile, eliminando in questo modo le citate vulnerabilità senza però influire sulla capacità di volo esprimibili dalla macchina. Inoltre, grazie alle sue dimensioni estremamente ridotte, esso è in grado di decollare e di atterrare in uno spazio di soli 6×8 piedi, manovrando agevolmente anche nelle strade affollate della metropoli.

Boeing ha stipulato un contratto con Tactical Robotics (azienda di UA) finalizzato allo sviluppo, produzione e commercializzazione di velivoli aventi capacità di decollo e atterraggio verticali (eVTOL), mentre un ordine preliminare di CityHawk (nella versione 4EMS Air Ambulance) è giunto da HatzolAir, operatore EMS con sede a New York.

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