SPAZIO, satelliti. Il longevo minisatellite Proba-1 è in missione di osservazione da venti anni per l’ESA

Malgrado le sue ridotte dimensioni (è grande come un frigorifero da hotel) è in grado di ospitare due sofisticati strumenti di osservazione oltre a numerose altre apparecchiature.

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Il minisatellite Proba-1  è stato lanciato in orbita dall’Agenzia spaziale europea esattamente due decenni fa, tuttavia permane pienamente operativo, divenendo così l’attuale missione di osservazione della Terra più risalente dell’ESA. Proba-1 ha all’incirca le dimensioni di uno di quei frigoriferi che si trovano nelle camere degli hotel, però, malgrado le sue ridotte dimensioni, è in grado di ospitare due sofisticati strumenti di osservazione oltre a numerose altre apparecchiature.

IL PRIMO DI UNA LUNGA SERIE DI MISSIONI SPAZIALI

Si tratta del primo satellite impiegato nelle missioni «Progetto per l’autonomia di bordo», che ha visto la nascita di Proba-1 quale dimostratore tecnologico, una funzione successivamente mutata in osservazione della Terra. Il suo principale spettrometro iperspettrale compatto per immagini ad alta risoluzione (CHRIS) è associato a una telecamera monocromatica con risoluzione spaziale di cinque metri.

Supervisionato dal centro ESA ESEC-Redu, che ha la sua sede in Belgio, Proba-1 ha recato nello spazio diverse tecnologie, a quel tempo all’avanguardia, tra le quali figuravano le batterie agli ioni di litio, i pannelli solari all’arseniuro di gallio, e gli startracker, impiegati per il controllo dell’assetto in assenza di giroscopi, nonché i microprocessori ERC-32 sviluppati dall’ESA del suo computer di volo.

IL RESTO DELLA FAMIGLIA

Nel 2009 al Proba-1 è seguito poi il Proba-2, utilizzato per l’osservazione del Sole, quindi, quattro anni dopo, dal Proba-V, impiegato nel monitoraggio della vegetazione, lanciato assieme al doppio satellite dimostratore Proba-3..

Dotato di numerose componenti e di sistemi commerciali a basso costo, Proba-1 è stato talvolta descritto come «NewSpace prima di NewSpace». Oggi la sua missione prosegue, continuando a fornire immagini ai team scientifici di tutto il mondo, oltre ai preziosi dati relativi alla longevità dei sistemi spaziali e delle loro componenti.

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