SICUREZZA, apparecchiature non conformi. Adria, la Guardia di Finanza sequestra un autoarticolato pieno di materiali elettrici ed elettronici di provenienza cinese

Tra gli articoli sequestrati anche mille microcellulari «dualsim», apparecchi telefonici di ridotte dimensioni e per questo molto facilmente occultabili, spesso introdotti clandestinamente nelle carceri per favorire i contatti dei detenuti con l’esterno, oppure usati con successo sulle piazze dello spaccio della droga

Sequestrate sedici tonnellate di apparecchiature elettriche non conformi agli standard europei di qualità e sicurezza, è questo il bilancio di un’operazione condotta dai Finanzieri del Comando provinciale di Rovigo, nel corso di un servizio di controllo del territorio finalizzato al contrasto del commercio e del transito di prodotti non conformi di provenienza estera.

In particolare, i militari in servizio presso la Tenenza di Adria, lungo la strada statale n.309 Romea, hanno fermato un autoarticolato con targa greca condotto da un cittadino ellenico, a bordo del quale venivano trasportati 35.950 prodotti elettrici ed elettronici di provenienza cinese, per un peso complessivo di 16.710 Kg. A un preliminare controllo veniva appurato che quel carico, sdoganato in Grecia e diretto a Napoli, era sprovvisto dei certificati UE di conformità previsti dalle normative di settore.

DESTINATARIO DEI PRODOTTI: IGNOTO

Approfondendo gli accertamenti e analizzando le informazioni obbligatoriamente riportate sul documento di trasporto esibito dal conducente (CMR), che è previsto per le merci importate nell’Unione europea, le Fiamme gialle hanno riscontrato molteplici incongruenze, tra le quali l’impossibilità di risalire al destinatario della merce. Infatti, il luogo di destinazione indicato nel documento di trasporto corrispondeva a un vago e generico indirizzo di Napoli, non riconducibile ad alcuna impresa o esercizio di attività economica.

La documentazione di scorta delle merci palesava, in effetti, l’omissione totale delle generalità del destinatario della merce, consentendo esclusivamente di appurare che queste provenivano dalla Grecia, dove erano state sdoganate, ed erano dirette nella città partenopea, spedite, peraltro, da una società gestita da cittadini della Repubblica Popolare cinese avente la sua sede legale in provincia di Roma, ma risultata apparentemente inattiva.

MILLE TELEFONINI «DUALSIM»  E ALTRI MANUFATTI INSICURI

In base a queste premesse l’intero carico veniva sottoposto a un controllo analitico che permetteva, fra l’altro, di rinvenire anche articoli che non risultavano neppure dichiarati sul CMR, come i mille microcellulari dualsim definiti nel gergo operativo «citofoni», apparecchi telefonici di ridotte dimensioni e per questo molto facilmente occultabili, spesso introdotti clandestinamente nelle carceri per favorire i contatti dei detenuti con l’esterno, oppure usati con successo sulle piazze dello spaccio della droga.

Tra gli altri apparecchi sequestrati risultano anche elettrodomestici e sistemi di illuminazione, come luci di Natale, catene luminose decorative e lampadine colorate, mini-localizzatori GPS, borse dell’acqua calda elettriche e fornetti da manicure. Queste ultime apparecchiature, tutte sprovviste delle certificazioni di conformità europea, sono considerati prodotti insicuri, poiché costituiscono un serio pericolo per l’incolumità dei consumatori, anche in considerazione della loro natura e per l’utilizzo a stretto contatto con la persona.

SEQUESTRO E SANZIONE AMMINISTRATIVA

Tra le principali contestazioni mosse spicca, non a caso, l’omessa indicazione su tutti i prodotti sequestrati di qualsiasi riferimento obbligatorio alle generalità dei produttori, importatori e distributori. Nondimeno è stata accertata l’assenza delle indicazioni d’uso e delle prescrizioni minimali previste per legge scritte in lingua italiana, che invece avrebbero dovuto venire apposte sui prodotti stessi anche per mezzo di diciture sulle confezioni o mediante fogli illustrativi.

L’intero carico di merce non conforme è stato quindi sottoposto a sequestro in via amministrativa in conseguenza delle violazioni degli artt.6. del D.Lgs. 86/2016 e 104, commi 3 e 4, e 107 del D. Lgs. 205/2006, estraendo apposita campionatura ex art.15 legge 689/1981, per i successivi approfondimenti. All’impresa cinese responsabile della violazione sono state contestate sanzioni amministrative da irrogare a cura della camera di Commercio di Rovigo, che consisteranno nel pagamento di una somma dai 50 ai 150 euro per ogni articolo non conforme sequestrato e che, in concreto, si tradurrà nell’irrogazione di una sanzione pari a 60.000 euro, cioè il limite massimo previsto per legge.

Condividi: