Il fiume Isonzo (Soča, in lingua slovena) traccia un ideale sentiero comune in una dimensione ormai non più transfrontaliera, infatti, il Goriziano (sia quello italiano che quello sloveno) è la terra dove coesistono tre culture: quella dell’olio, del burro e dello strutto, la latina, la slava e la germanica. Una terra di confine in passato segnata da tragici avvenimenti, conflitti che hanno alimentato divisioni. Oggi fortunatamente è tutto diverso e le nuove generazioni guardano davvero a un futuro comune, reso evidente anche da iniziative come quella presentata ieri a Roma nella splendida cornice di Palazzo Ferrajoli, la comune assegnazione di “Città della Cultura” per il 2025.
UN SENTIERO COMUNE
All’evento celebrativo che ha avuto luogo nella capitale italiana, organizzato dalle associazioni “Giuliani nel Mondo” e “Triestini e Goriziani in Roma – Generale Licio Giorgieri”, hanno preso parte tra gli altri i sindaci delle due città isontine, Klemen Miklavič e Rodolfo Ziberna, oltre a un diplomatico della Repubblica di Slovenia in rappresentanza dell’Ambasciatore presso lo Stato italiano Tomaž Kunstelj; hanno introdotto gli interventi i due presidenti delle associazioni organizzatrici, Franco Miniussi e Roberto Sancin.
Nova Gorica e Gorizia sono state proclamate Capitali europea della Cultura 2025 nel dicembre 2020, titolo condiviso con la città tedesca di Chemnitz (già Karl Marx Stadt). La città slovena aveva presentato una candidatura che proprio nella cooperazione transfrontaliera con Gorizia rinveniva il proprio punto di forza.
LE CITTÀ EUROPEE DELLA CULTURA
Il titolo di «Città della Cultura» presuppone la realizzazione di un programma culturale della durata di un anno che si caratterizzi per l’originalità e l’elevato livello qualitativo. Esso è un titolo onorifico conferito ogni anno a due città appartenenti a diversi Stati membri dell’Unione europea, una iniziativa finalizzata a tutelare la ricchezza e la diversità delle culture europee, valorizzando le caratteristiche comuni dei popoli europei e promuovendo al contempo la cultura e lo sviluppo di quei luoghi. Inoltre, si configura come un’eccezionale opportunità ai fini della riqualificazione del territorio e del rilancio del turismo. L’iniziativa risale al 1985, ed è frutto della felice intuizione avuta da Melina Mercouri, a quel tempo ministro greco della Cultura.