SPORT, calcio. Qualificazioni ai Mondiali 2022 in Qatar: sei nazionali africane non hanno gli stadi e giocano le partite in Marocco

Si tratta dell’operazione «stadi aperti» lanciata da Rabat anche in vista della propria candidatura ai Campionati mondiali di calcio del 2030

Le rappresentative nazionali di sei Paesi africani attualmente impossibilitate a disputare nei propri stadi gli incontri di calcio per le qualificazioni ai Campionati mondiali che si disputeranno nel 2022 in Qatar, stanno giocando le loro partite sui campi del Marocco. Secondo quanto riferisce Costantino Muscau in un suo articolo pubblicato dal quotidiano online “Africa Express” il 7 ottobre scorso, si tratta di nove partite in una settimana: https://www.africa-express.info/2021/10/07/grande-abbuffata-del-pallone-in-marocco/

RIMEDIARE A UNA SITUAZIONE CRITICA

Proprio così, non pochi impianti sportivi per varie cause risultano impraticabili, conseguentemente, le nazionali di calcio di quei paesi si sono viste costrette a giocare negli stadi marocchini.

Lo stadio di Bamako, nel Mali, costruito dai cinesi venti anni fa non rientra nei parametri di sicurezza fissati dalla FIFA, come inadeguato algli incontri internazionali di calcio sono anche quelli di Djibouti, Bissau (Guinea Bissau), di Maputo (Mozambico), mentre quello di Ouagadougou, in Burkina Faso, è inagibile a causa di lavori in corso; lo stadio di Conakry, nella Repubblica di Guinea, lo stesso nel quale dodici anni fa venne perpetrato un massacro, è invece chiuso perché nel Paese  è in corso un colpo di Stato.

La soluzione al problema l’hanno trovata a Rabat, ricorrendo a quella che Muscau definisce come «la diplomazia del pallone», dato che «lo sport è in grado di sviluppare relazioni diplomatiche tra il Marocco e i Paesi subsahariani, in particolare con quelli anglofoni, tradizionalmente più vicini all’Africa del Sud».

IL CALENDARIO DEGLI INCONTRI

Ed ecco allora la soluzione: disputare gli incontri di qualificazione alla Coppa del Mondo 2022 sui campi del Paese nordafricano. Il primo ha avuto luogo allo “Stade de Marrakech” il 6 ottobre scorso, quando la rappresentativa del Sudan ha affrontato quella della Guinea, una partita finita in pareggio: uno a uno; poi a Rabat, dove al “Prince Moulay Abdellah”, dove i rossoverdi padroni di casa hanno battuto per cinque a zero la Guinea Bissau.

Il 7 ottobre ad Agadir si sono affrontate Mali e Kenya (5-0 per il Mali, dunque a  Marrakech il giorno seguente, con Djibouti-Burkina Faso e, di nuovo ad Agadir sabato 9, per Guinea-Sudan, giorno nel quale si è disputata anche Guinea Bissau-Marocco a Casablanca.  Lunedì 11 a Tangeri sono invece in calendario Mozambico-Camerun e (a Marrakech) Burkina Faso- Djibouti; infine a Rabat martedì 12 ottobre si giocherà Guinea-Marocco.

IL PROTAGONISMO INTERNAZIONALE DEL MAROCCO

Eventi resi possibili dalla mutata realtà delle relazioni internazionali del Regno, che dopo una lunga fase di isolamento durata più di trenta anni, è rientrato nel 2017 nell’Unione Africana. Da allora la federazione calcio marocchina (FRMF) ha raggiunto una serie di accordi di partenariato con quarantaquattro altre federazioni dei Paesi dell’Africa subsahariana, ponendo oggi a disposizione di alcune di esse i propri impianti e la sua organizzazione.

Questo nella prospettiva di ospitare i Campionati del Mondo nel 2030, ambizione che, qualora coronata con successo, vedrebbe il Marocco quale secondo paese africano dopo il Sud Africa a ospitare la competizione.

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