Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha espresso preoccupazioni riguardo la situazione dell’economia algerina, in particolare alle possibili conseguenze derivanti dalla persistenza di elevati disavanzi di bilancio nel medio termine. Secondo l’organismo internazionale, che recentemente ha effettuato una ricognizione della situazione nel Paese nordafricano, tali disavanzi potrebbero comportare esigenze di finanziamento definite «senza precedenti».
Sempre secondo il Fmi, la situazione attuale potrebbe inoltre condurre a un esaurimento delle riserve valutarie e aumentare i rischi di inflazione e mettere in discussione la stabilità finanziaria e il bilancio della banca centrale.
Il Fondo ha conseguentemente invitato il Governo di Algeri a ricalibrare urgentemente la sua politica economica al fine di apporvi correttivi in funzione di una correzione degli squilibri macroeconomici in atto, determinati dal combinato composto degli effetti della pandemia e calo dei prezzi del petrolio nel 2020.
Nel giugno del 2021 in Algeria l’inflazione ha raggiunto il tasso del 4,1 su base annua, una crescita favorita dall’aumento dei prezzi delle derrate alimentari sui mercati internazionali e dagli effetti concomitanti della siccità nel Paese.
Il Fmi si dice pessimista riguardo alla «probabile erosione delle capacità produttive algerine nel settore degli idrocarburi in un contesto che registra la riduzione degli investimenti, unitamente a politiche tese a limitare il credito al settore privato».
Nel suo documento, il Fmi ha infine esortato le autorità algerine ad attuare entro il 2022 differenti politiche di bilancio e su quelle monetarie, nonché sul tasso di cambio del dinaro, diversificando poi le fonti di finanziamento anche attraverso il ricorso a prestiti dall’estero.