AMBIENTE, mutamenti climatici. Le responsabilità transnazionali: lungo le vie dell’Oil & Gas

Lo spinoso tema è stato discusso sotto tutti i suoi aspetti questa mattina a Roma, presso la Biblioteca della Camera dei Deputati. Al seminario organizzato da EDF in collaborazione con Amici della Terra hanno preso parte ambientalisti, scienziati, ricercatori climatici, sociologi, economisti ambientali, religiosi, filosofi e politici. Un quesito di fondo, tra i vari sollevati: alle possibili soluzioni sarà possibile arrivare esclusivamente attraverso le «regole del mercato», cioè della logica del profitto?

Environmental Defense Fund (EDF), in collaborazione di Amici della Terra, ha organizzato presso la Biblioteca della Camera dei Deputati il convegno “Per una responsabilità etico-climatica transnazionale: le vie dell’Oil&Gas”. Si tratta della seconda conferenza tematica (la prima ha avuto luogo lo scorso 25 giugno) svolta nel quadro delle iniziative selezionate dal Ministero della Transizione ecologica quali eventi collaterali alla pre-COP italiana. Obiettivo di eventi del genere è l’induzione a un’attenta riflessione riguardo alle responsabilità dei paesi consumatori di combustibili fossili rispetto alle emissioni climalteranti dei paesi fornitori.

IL SISTEMA ENERGETICO MONDIALE

Il sistema energetico mondiale si basa prevalentemente su scambi di materie prime energetiche. Sostengono i relatori del convegno romano che le emissioni, in particolare quelle di gas naturale, sono altamente climalteranti, sia nelle fasi estrattive e di trasporto, che negli usi finali. Ora i quesiti da porsi sono i seguenti: i paesi importatori, che indirettamente inducono tali attività in paesi terzi fornitori, hanno una responsabilità sulle emissioni degli esportatori? Il principio delle responsabilità comuni, ma differenziate, è pienamente bilanciato? E infine, alle possibili soluzioni sarà possibile arrivare esclusivamente attraverso le «regole del mercato», cioè della logica del profitto?

Nonostante la diversa estrazione personale e professionale, i relatori hanno concordato sulla necessità di un generale vincolo in capo agli Stati di assicurare che attività sotto la propria giurisdizione rispettino l’ambiente di altri Stati, laddove il principio di sovranità causa danni transfrontalieri.

RESPONSABILITÀ CONDIVISA

A tal fine – si afferma – è necessaria una responsabilità condivisa, in grado di riflettere i sottostanti obblighi di cooperazione in ordine alla gestione e alla protezione di risorse comuni quali il clima. In tal senso anche i paesi consumatori hanno una responsabilità su «come» vengono prodotti i beni che acquistano. Tuttavia, permane aperto il tema della traduzione di questo esito in politiche condivise a livello internazionale, soprattutto in un momento nel quale l’Europa si assume un ruolo guida nel contrasto del cambiamento climatico.

È emersa come centrale la questione della riduzione delle emissioni di metano per rallentare il riscaldamento globale. Il recente rapporto dell’IPCC ha ribadito la responsabilità delle attività umane nel cambiamento climatico ed ha chiarito definitivamente il ruolo delle emissioni di metano.

IL RAPPORTO IPCC

L’incontro tra i Ministri di energia e clima del G20 tenutosi a luglio ha dimostrato che l’intervento in questo settore è ciò che può, meglio di altri, rallentare il riscaldamento globale. Ne è nata una iniziativa dell’Unione europea e degli Stati Uniti d’America, accolta con favore dall’Italia, per ridurre le emissioni globali di metano del 30% entro il 2030 e arrivare ad un accordo nell’incontro della COP26 di novembre prossimo. Un obiettivo che in Italia è possibile conseguire, poiché la proposta di strategia nazionale viene condivisa tra operatori e ONG ambientaliste, in previsione di una riduzione del 38% al 2030 (https://bit.ly/3onVvC9).

Gli impegni che deriveranno dagli auspicabili futuri accordi faranno emergere le diverse possibilità sui piani tecnico e degli investimenti dei paesi importatori rispetto ai Paesi esportatori e, da qui, emerge l’ulteriore aspetto della responsabilità sociale delle imprese industriali che realizzano le infrastrutture nei paesi esportatori.

EMERGENZA AMBIENTALE E PRAGMATISMO

L’emergenza ambientale può condurre l’umanità in una situazione apocalittica, il ridimensionamento del potere dell’uomo sulla natura presuppone la soluzione di problematiche di complessità assoluta. I primi passi, le prime riflessioni su queste tematiche, risalgono alla Conferenza di Stoccolma del 1972, seguita l’anno dopo dal rapporto sui limiti allo sviluppo, che, agli incunaboli dell’etica ambientale, pose l’interrogativo sulle responsabilità morali del disastro che si consumava già con evidenza.

Ebbene, si afferma che «la responsabilità sia planetaria e intergenerazionale», oltreché «comune e diffusa», essa è figlia di una cultura fortemente antropocentrica. Pandemia da coronavirus, ripetute crisi economiche e mutamenti climatici: come affrontare queste difficilissime sfide? La risposta fornita al convegno di stamani è stata «pragmatismo», perché al momento non sono disponibili soluzioni tecnologiche miracolistiche a tutti i problemi e quelle che ci sono in ogni caso risultano insufficienti a risolvere tutto.

«TUTTO E SUBITO!», ANCHE NO…

Responsabilità condivise si è detto, anche sul piano generazionale. Certamente. Tuttavia, le generazioni di oggi dovrebbero impegnarsi al fine di garantire un adeguato livello di benessere anche alle generazioni future. Ma, il modello che non contempla attriti e che consente un ottimale avvio di dinamiche positive purtroppo è un’utopia, dunque – e questa è stata una delle conclusioni percepite nelle parole di alcuni dei relatori intervenuti al convegno di oggi -,  «il danno arriverà comunque», dobbiamo soltanto attenderlo.

Se così sarà, però, lucidità e pragmatismo dovranno ispirare l’azione dei decisori economici e politici, delle leadership che detengono il potere, poiché loro dovranno farsi carico con urgenza della riduzione di questo inevitabile danno. Appunto con pragmatismo, sgomberando il campo da quel ricorrente furore ideologico che spesso, perseguendo il «tutto e subito» (pe lo meno negli slogan e nelle parole d’ordine), rischia di condurre fuori strada. «Fare ciò che in realtà è possibile nei tempi che saranno possibili», questa è stata la risposta del convegno di oggi. Permane però un quesito di fondo: alle possibili soluzioni sarà possibile arrivare esclusivamente attraverso le «regole del mercato», cioè della logica del profitto?

L’EVENTO DI OGGI E LE RELATIVE REGISTRAZIONI AUDIO

Al convegno che ha avuto luogo a Roma, presso la Biblioteca della Camera dei Deputati, hanno partecipato: Ilaria C. Restifo (rappresentante Italia per EDF e promotrice dell’evento), Monica Tommasi (presidente di Amici della Terra Italia Onlus), Sandro Fuzzi (Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima – ISAC, CNR), Domenico Gaudioso (esperto di emissioni GHG per l’IPCC e già dirigente ISPRA), Chiara Proietti Silvestri (Research Analyst RIE, ISPI Associate Fellow), Marco Grasso (Dipartimento Sociologia e Ricerca sociale, Milano Bicocca), Tebaldo Vinciguerra (Dicastero Sviluppo integrale della persona umana del Vaticano), Matteo Andreozzi (filosofo esperto di etica ambientale), Sergio Vergalli (presidente dell’Associazione italiana economisti ambientali e delle risorse naturali), Benedetto della Vedova (sottosegretario agli Affari esteri).

Il video dell’evento e le informazioni relative a esso sono fruibili all’indirizzo web https://bit.ly/3ASgYH1;

di seguito è inoltre possibile ascoltare le registrazioni dell’intervista a Ilaria C.Restifo e Monica Tommasi registrata nell’occasione (A372A) e dell’intervento di Sergio Vergalli (A371B).

A372A – AMBIENTE, MUTAMENTI CLIMATICI: LE RESPONSABILITÀ TRANSNAZIONALI, LUNGO LE VIE DELL’OIL & GAS. Lo spinoso tema è stato discusso sotto tutti i suoi aspetti il 1 ottobre 2021 a Roma, presso la Biblioteca della Camera dei Deputati.
Al seminario organizzato da Environmental Defense Fund (EDF) in collaborazione con Amici della Terra hanno preso parte ambientalisti, scienziati, ricercatori climatici, sociologi, economisti ambientali, religiosi, filosofi e politici. Un quesito di fondo tra i vari sollevati: alle possibili soluzioni sarà possibile arrivare esclusivamente attraverso le «regole del mercato», cioè della logica del profitto?
Si tratta della seconda conferenza tematica (la prima ha avuto luogo lo scorso 25 giugno) svolta nel quadro delle iniziative selezionate dal Ministero della Transizione ecologica quali eventi collaterali alla pre-COP italiana. Obiettivo di eventi del genere è l’induzione a un’attenta riflessione riguardo alle responsabilità dei paesi consumatori di combustibili fossili rispetto alle emissioni climalteranti dei paesi fornitori.
Ai microfoni di insidertrend.it sono intervenute MONICA TOMMASI (presidente di Amici della Terra Italia Onlus) e ILARIA C. RESTIFO (rappresentante Italia per EDF e promotrice dell’evento).
A372B – AMBIENTE, MUTAMENTI CLIMATICI: LE RESPONSABILITÀ TRANSNAZIONALI, LUNGO LE VIE DELL’OIL & GAS. Lo spinoso tema è stato discusso sotto tutti i suoi aspetti il 1 ottobre 2021 a Roma, presso la Biblioteca della Camera dei Deputati.
Al seminario organizzato da Environmental Defense Fund (EDF) in collaborazione con Amici della Terra hanno preso parte ambientalisti, scienziati, ricercatori climatici, sociologi, economisti ambientali, religiosi, filosofi e politici. Un quesito di fondo tra i vari sollevati: alle possibili soluzioni sarà possibile arrivare esclusivamente attraverso le «regole del mercato», cioè della logica del profitto?
Si tratta della seconda conferenza tematica (la prima ha avuto luogo lo scorso 25 giugno) svolta nel quadro delle iniziative selezionate dal Ministero della Transizione ecologica quali eventi collaterali alla pre-COP italiana. Obiettivo di eventi del genere è l’induzione a un’attenta riflessione riguardo alle responsabilità dei paesi consumatori di combustibili fossili rispetto alle emissioni climalteranti dei paesi fornitori.
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