Dal 2007 al 2012 la Grecia è stato il maggiore importatore di materiali di armamento dell’Unione europea, un periodo in parte coincidente la fase della crisi del debito sovrano di Atene (2009-18), quando le sue industrie statali del settore finirono in bancarotta e costituirono fonte di controversia con la troika. Secondo Plakoudas oggi la tendenza si sarebbe invece invertita, poiché le imprese elleniche si sono andate aggiudicando non poche commesse.
UN’INDUSTRIA SUSSIDIATA E AFFLITTA DA CORRUZIONE E CLIENTELISMO
Ad avviso dell’Assistant Professor di Homeland Security presso la Rabdan Academy degli EAU, «prima della crisi del debito sovrano l’industria della Difesa greca rappresentava un microcosmo del malessere sistemico e cronico che caratterizzava il paese, afflitto da un capillare fenomeno di corruzione, dal clientelismo e da una burocrazia labirintica», un complesso di fattori che avevano portato alla bancarotta sia le sussidiate aziende statali (che al pari delle forze armate costituivano una valvola di sfogo al problema occupazionale) che le imprese private. Il duro regime di austerità seguito al crollo economico ha poi fatto il resto, sotto dettatura della troika Atene si è vista costretta a tagliare il 30% il suo bilancio della Difesa, cessando di acquistare nuovi sistemi d’arma da immettere in linea e bloccando per un decennio il processo di modernizzazione di quelli in servizio divenuti nel frattempo obsoleti.
IL COLPO DI GRAZIA DELLA «TROIKA» E LA SUCCESSIVA RIPRESA
I drastici tagli hanno conseguentemente colpito l’industria del settore, dipendente dalle commesse del ministero della Difesa, dicastero quest’ultimo che per un lungo periodo ha poi allocato meno del 10% delle risorse nella manutenzione dei sistemi d’arma maggiormente critici, come quelli in dotazione all’aeronautica militare.
Dopo la fine della crisi del debito il governo di Atene non ha invertito la sua politica di tagli alla Difesa, questo fino al fino al 2020, cioè quando si è registrato un esponenziale incremento della tensione nel Mediterraneo a causa delle due crisi esplose con la confinante Turchia, quella di Evros nel marzo e quella di Cesme in luglio. In seguito, la Grecia ha privatizzato le sue più grandi società statali del settore armiero sull’orlo del fallimento, questo nonostante i costi politici derivanti da un’operazione del genere.
Attualmente, dopo diversi anni di degrado l’ecosistema della Difesa greco ha conosciuto una fase di stabilizzazione e di prudente sviluppo. L’industria nazionale ha iniziato a fornire alle forze armate sistemi d’arma connotati da contenuti a elevata tecnologia prodotti localmente, inoltre, nella prima metà del 2021 hanno anche ottenuto ordinativi dall’estero.
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