È proprio così: i funzionari di Dušanbé affermano di aver ricevuto rapporti secondo i quali dei militanti tagiki che in passato hanno combattuto a fianco dei talebani in Afghanistan starebbero ora pianificando di attraversare il confine con il Tagikistan Un funzionario del servizio di sicurezza di frontiera del Tagikistan, un dipartimento del Comitato per la sicurezza nazionale dello Stato, ha confermato ai media che le autorità locali stanno esaminando le informazioni provenienti da varie fonti secondo cui i militanti islamisti radicali starebbero preparando infiltrazioni dal nord dell’Afghanistan.
«Abbiamo tali rapporti», ha dichiarato il funzionario lo scorso 22 settembre a condizione di anonimato, aggiungendo che: «Indipendentemente dal fatto che accada o meno, vediamo alcune minacce alla sicurezza dall’altra parte del confine e siamo pronti ad affrontarle».
Il Tagikistan condivide più di 1.400 chilometri di confine con l’Afghanistan, l’ex repubblica sovietica è in massima allerta a causa della rapida avanzata dei talebani lungo i confini dell’Afghanistan settentrionale iniziata all’inizio dell’estate, alcune settimane prima che il gruppo militante islamista in massima parte di etnia pashtun prendesse il controllo della capitale, Kabul, il 15 agosto.
A giugno, fonti della sicurezza a Dušanbé hanno espresso preoccupazione riguardo al famigerato comandante militante tagiko, dell’età di venticinque anni e di nome Mohammad Šarifov, fosse stato incaricato della sicurezza in cinque distretti di confine sequestrati dai talebani nella provincia nord-orientale afgana di Badakhshan.
Fonti della sicurezza di Dušanbé affermano anche che Šarifov, noto con lo pseudonimo di «Mahdi Arsalon», si è recato a Kabul dopo la caduta dei talebani, a quanto pare per consultazioni con i leader talebani.
Sharifov è tornato nella regione di confine settentrionale dell’Afghanistan una settimana fa e la sua presenza è stata riscontrata a Badakhshan nei giorni scorsi.
Un ex funzionario della sicurezza afghana ritenuto in possesso di una conoscenza dettagliata dell’area, ha recentemente dichiarato alla stampa il 22 settembre che i militanti talebani tagiki hanno raccolto informazioni sui punti dove è più facile attraversare il confine con il Tagikistan.
IL BATTAGLIONE DEL MARTIRIO
Gli ultimi rapporti sono pervenuti nel momento in cui media afghani filo talebani riferivano il 22 settembre che un nuovo ramo del cosiddetto Battaglione del martirio di Lashkar-e Mansouri era stato istituito nella provincia di Badakhshan. Secondo l’agenzia di stampa Bakhtar, la mossa mirerebbe a contrastare «possibili minacce» ai nuovi governanti talebani al potere a Kabul.
Nella provincia orientale tagika di Badakhshon, che confinan con l’Afghanistan, il portavoce del governo regionale, Gholib Niyatbekov, ha dichiarato che negli ultimi giorni «sono circolate molte voci» relative al possibile attacco portato da militanti islamisti provenienti dall’Afghanistan. Due giorni dopo, lo stesso Niyatbekov ha messo in dubbio la gravità della minaccia, tuttavia ha informato che lo schieramento di guardie di frontiera tagike in servizio nell’area era stato rinforzato.
Il portavoce dei talebani a Kabul, Zabihullah Mujahid, ha invece negato che i militanti del suo movimento stiano tramando al fine di infiltrarsi in Tagikistan. Egli ha affermato che «a nessuno sarà permesso di usare il territorio dell’Afghanistan per danneggiare i suoi vicini».
Nel giugno scorso Mujahid aveva anche smentito le notizie secondo cui i talebani avevano affidato a Šarifov la sicurezza nelle aree vicino al confine con il Tagikistan, seppure diverse fonti nonché testimoni oculari nel nord dell’Afghanistan avrebbero avvalorato la circostanza che Arsalon sovrintenderebbe ai distretti di Kuf Ab, Khwahan, Maimay, Nusay e Shekay. Durante l’avanzata dei talebani nell’estate, il presidente tagiko Emomali Rahmon ha ordinato il dispiegamento di ulteriori ventimila uomini delle sue forze armate allo scopo di mantenere in sicurezza il confine.
Il Tagikistan ha anche recentemente condotto esercitazioni militari con truppe russe e altri membri del gruppo di sicurezza guidato da Mosca, l’Organizzazione del Trattato per la sicurezza collettiva (CSTO). Dopo la presa del potere da parte dei talebani a Kabul, Rahmon ha avvertito che Dušanbe non riconoscerà alcun governo in Afghanistan che mina gli «interessi dell’etnia tagika e di altre minoranze».
SANGUE E ANCORA SANGUE
I talebani asseriscono di non rappresentare una minaccia per i paesi vicini, tuttavia il Tagikistan resta diffidente nei confronti della presenza di centinaia di militanti tagiki in Afghanistan. Šarifov e i suoi combattenti appartengono a di Jamaat Ansarullah, formazione bandita in Tagikistan poiché annoverata nell’elenco dei gruppi terroristici. Jamaat Ansarullah, noto anche come «Ansarullah» o «Ansorullo», è stata fondata da un ex comandante dell’opposizione al potere tagiko dieci anni fa con l’obiettivo finale di rovesciare il governo di Dušanbe.
Si diceva che in passato Šarifov fosse coinvolto nel reclutamento di cittadini tagiki che volevano unirsi ai talebani, quando gli studenti islamici stavano ancora combattendo contro il governo di Kabul sostenuto dall’Occidente. Una fonte della sicurezza tagika ha reso noto di aver «introdotto» nelle file dei talebani duecento militanti tagiki. Questi combattenti nella provincia di Badakhshan hanno attratto l’attenzione delle autorità di Kabul, a partire dal nel novembre 2020, quando sui social media sono apparsi i filmati che mostravano gli insorti mentre uccidevano brutalmente uomini che indossavano le uniformi dell’esercito afghano.
Alcuni dei militanti hanno riferito di avere udito gli assassini esprimersi con un distinto accento tagiko, inoltre dei video registrai sul posto avrebbero mostrato la caduta del distretto di Maimay della provincia ai talebani. Dal canto loro, le forze di sicurezza di Dušanbe hanno identificato alcuni dei cittadini tagiki legati al micidiale attacco talebano al distretto strategico afghano di Maymay, nella provincia di Badakhshan. Le autorità tagike hanno identificato almeno dieci insorti quali cittadini tagiki, mentre funzionari del ministero dell’Interno tagiko confermerebbero che Šarifov si trovava con loro.