«Il Corporate Venture Capital è lo strumento che oggi più che mai può fornire risposte concrete al talent gap nel mondo tecnologico e aerospaziale, portando capitali finanziari e umani all’interno di un settore stimato complessivamente in seicento miliardi al 2050 e, oggi, con l’apertura del polo di Grottaglie, rappresenta un concreto volano di crescita per l’Italia», queste le parole di Francesco Marsella, Senior Partner Arthur D. Little Italia, nel corso della prima edizione del Mediterranean Aerospace Matching, primo evento internazionale aerospaziale ideato e progettato dal Distretto tecnologico aerospaziale (DTA), attualmente in corso presso l’Aeroporto di Taranto-Grottaglie.
Il corporate venture capital (CVC) è una leva per accelerare l’innovazione attraverso l’introduzione di nuovi modelli di business e tecnologie in una logica di ecosistema. Oggi l’industria aerospaziale sta vivendo una trasformazione senza precedenti che la pone al centro di molte soluzioni cross-industry in cui il corporate venture capital si pone come l’abilitatore che mancava per far fiorire un ecosistema virtuoso intorno al polo di Grottaglie.
Il corporate venture capital, agendo attraverso i venture builder, ovvero dei veicoli dedicati a investimenti diretti di imprese nell’equity di startup che uniscono vantaggi di flessibilità degli incubatori e degli acceleratori con quelli del mondo corporate, si pone l’obiettivo di abilitare un ecosistema che favorisca la raccolta di capitali, l’innovazione tecnologica e il facile accesso al mercato.
A testimonianza della sua valenza i finanziamenti dei corporate venture capital nel mondo equivalgono a 73 miliardi per il 2020, con un incremento pari al 121% rispetto al 2016 e una parallela crescita degli stessi arrivati a circa un migliaio nel 2020.
I corporate venture capital stanno diventando attori visibili nel panorama finanziario supportando circa un quarto di tutti i deal di venture capital nel mondo, che si attestano per un valore di duecento miliardi.
«Lo sfruttamento dei corporate venture capital” ha poi dichiarato Marsella “oltre che portando ritorni finanziari, può integrare diversi approcci generando nuove capabilities, soprattutto in risposta alla minaccia che rappresentano le aziende di software/tecnologia e le start up nei confronti delle aziende tradizionali. Inoltre, la scarsità di talenti e competenze tecnologiche rappresenta ora più che mai in un’ambiente dell’innovazione sempre più globale e accelerato a cui gli investimenti del corporate venture capital possono fornire una prima soluzione».