Il luogo della presentazione ufficiale è stato l’Hub della Stazione Termini di Roma, nelle ampie e accoglienti sale al quarto piano di questo imponente edificio costruito negli anni del fascismo, periodo dal quale rispecchia le concezioni architettoniche e gli evidenti richiami alla romanità del regime. Un edificio negli ultimi anni profondamente ristrutturato al suo interno, come a voler far risaltare quel salto generazionale rispetto al passato, che tuttavia non ha demolito il sottofondo.
Un salto generazionale in qualche modo evidenziato anche dal contrasto tra l’abbigliamento delle giovani e brave musiciste che si sono esibite in occasione della presentazione del Rome Chamber Music Festival 2021. Ragazze che sono ormai giovani donne della generazione dei millennial.
VIVALDI E RIFLESSIONI
Hanno suonato l’Autunno delle Quattro stagioni di Antonio Vivaldi, donando un pregevole intermezzo tra l’introduzione dell’evento, fatta dal suo direttore artistico, il Maestro Robert McDuffie, e le successive domande a quest’ultimo rivolte dai giornalisti convenuti. Le giovani musiciste si diceva. Infatti. Belle e aggraziate quanto emozionate, virtuose furie della natura sotto gli occhi di un ristretto pubblico attento ed esigente. E brave, soprattutto, al pari del loro maestro, eccezionale nell’esecuzione della musica del compositore veneziano.
Ebbene, dismessi i variopinti abiti da sera, esse sono tornate a vestire quelli dei giovani di oggi, dei ragazzi e delle ragazze che si incontrano tutti i giorni nelle strade, in metropolitana o davanti alle scuole. Questa immagine induce a una riflessione su di loro, sul loro futuro. «Il panorama culturale nel quale le giovani generazioni di musicisti fanno ingresso è fragile», aveva affermato poco prima McDuffie, aggiungendo poi che noi dobbiamo fornirgli però «tutti gli strumenti necessari per affrontarlo».
DUE «AFFACCI» SUL MONDO
Ma, quelle giovani musiciste e il loro collega malese alla viola, parrebbero non curarsi delle inquietudini rappresentate dal loro maestro. Esse, terminata la presentazione, si muovono ora con disinvoltura nella sala degli aperitivi con i calici di spritz nelle mani, con i loro look estremamente disimpegnati, tra gli invitati che conversano amabilmente. È ancora di Vivaldi il motivo che fa da sottofondo. Si percepisce appena, poiché un vociare composto sovrasta la musica, lasciandogli il sopravvento soltanto quando le note prodotte dagli strumenti ad arco riescono a imporsi su tutto il resto.
Un panorama fragile. Lo si percepisce anche volgendo lo sguardo fuori dalle ampie vetrate di questa sala che ha due affacci, un ambiente apparentemente distaccato che tuttavia domina il mondo esterno circostante: da un lato i binari e le pensiline della stazione ferroviaria, luogo animato da un’umanità frenetica che si sposta recando al seguito i suoi trolley; dall’altro lato il traffico, la vita quotidiana e l’emarginazione degli «ultimi», che cercano un giaciglio per trascorrere la notte all’addiaccio in via Marsala.
MECENATISMO E FILANTROPIA
Ecco dunque tornare l’immagine delle giovani musiciste millennial, con i loro strumenti e la loro bravura, pronte ad affrontare l’incognita del futuro. Las presentazione del Rome Chamber Music Festival 2021 è stata anche questo, uno stimolo a riflettere e a discutere del futuro della musica; di quella classica, che potrà o dovrà divenire classica contemporanea per l’inevitabile effetto delle nuove tecnologie e della comunicazione attraverso i social media, che ne muteranno forse la visione e, in ogni caso, la «racconteranno» in tempo reale. Nella medesima occasione sono stati inoltre trattati temi quali il mecenatismo e la filantropia, cioè il privato e il suo rapporto con la musica, con i suoi modelli di business e con l’enpowerment del musicista.
Ma, ovviamente, il tema centrale della presentazione è stato quello relativo alla XVIII edizione dell’attesa manifestazione, illustrata in tutti i suoi particolari.
ROME CHAMBER MUSIC FESTIVAL 2021
Dal 21 al 25 novembre più di quaranta musicisti provenienti da tre continenti si esibiranno in una «staffetta musicale» tra Roma e Firenze accostando generi musicali diversi, da Ludwig van Beethoven a Leonard Bernstein, passando per il geniale Frank Zappa.
Dopo aver accostato il barocco al bleugrass e a Brahms, il tango a Mozart e i grandi classici al rock, senza disdegnare affatto la musica pop, il Rome Chamber Music Festival ritorna in Italia per la prima nel luogo che nel 1994 segnò il debutto del suo attuale direttore artistico McDuffie: l’Auditorium della Conciliazione a Roma. Quattro i concerti in cartellone, oltre a una data speciale, fissata per il 22 novembre, al salone di Cinquecento in piazza della Signoria a Firenze.
BEETHOVEN, ZAPPA, BERNSTEIN
Dopo un anno di silenzio dovuto alla pandemia si riprenderà con Beethoven, Zappa e Bernstein, cioè con tre musicisti in contrasto creativo con la loro epoca, tre anticonformisti moderni che hanno arricchito il gusto del pubblico grazie alla loro creatività, capaci di infrangere schemi e barriere di natura sociale e culturale.
Un programma di eccezione che gioca, unisce e combina assieme l’originalità dei brani, con una staffetta di appuntamenti che vedrà la partecipazione di dieci maestri di chiara fama, assieme a trenta giovani talenti e professionisti.
Di seguito è possibile ascoltare l’audio integrale della presentazione dell’evento (A370), inclusivo dell’esecuzione dell’Autunno, tratto dalle Quattro stagioni di Antonio Vivaldi.
Prezzo unico euro 25; info e biglietti www.romechamberfestival.org