Quest’oggi a Sharm El Sheikh il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha ricevuto in visita ufficiale il premier israeliano Naftali Bennett.
Secondo quanto reso noto dal portavoce della Presidenza della repubblica egiziana, Bassam Radi, al-Sisi ha ribadito il sostegno dell’Egitto a ogni sforzo possibile volto al raggiungimento di una pace globale in Medio Oriente «sulla base della soluzione dei due Stati e di risoluzioni di legittimità internazionale in grado di contribuire al rafforzamento della sicurezza e della prosperità di tutti i popoli della regione».
Tra le reazioni registrate, quelle espresse nel corso di un dibattito svoltosi nella stessa giornata di oggi a Herzliya, in Israele, evento che ha avuto luogo nel quadro del 20th Annual Summit International Conference on Counter-Terrorism, e che ha visto confrontarsi il professor Ely Karmon (ICT) e il dottor Ofir Winter (INSS). Durante la loro discussione a “Media Central” i due analisti hanno sottolineato l’importanza dell’incontro di Sharm El Sheikh, affrontando nel dettaglio e in prospettiva gli argomenti all’ordine del giorno, i possibili risultati e le future implicazioni per la sicurezza e la stabilità regionali.
Il vertice tra i due capi di governo è avvenuto a seguito di quello tra Bennett e il presidente americano Joe Biden. Si tratta del primo incontro che avviene di persona tra i due massimi decisori politici dei due Paesi mediorientali da dieci anni. Esso si colloca sullo sfondo di importanti mutamenti nelle politiche israeliane e statunitensi nei confronti dei Palestinesi.
A questo punto, Karmon e Winter si sono posti degli interrogativi nel tentativo di delineare degli scenari: quali risultati ci si può aspettare dall’incontro di Sharm El Sheikh?
Riuscirà il presidente al-Sisi a esercitare pressioni su Bennett affinché questi riprenda i colloqui di pace con i Palestinesi? Quali sono stati i principali argomenti che discussi dai due statisti?
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