Nella trasmissione “Capire per conoscere” andata in onda a Radio Radicale lo scorso 6 settembre, tra gli altri, è stato affrontato il delicato problema dei trasporti pubblici, posto in relazione alla ripresa delle attività economiche e scolastiche in questa fase della pandemia.
Lo spostamento di masse in relativa sicurezza attraverso mezzi di trasporto pubblico è infatti cruciale, poiché nelle prossime settimane in Italia è previsto un quotidiano traffico di circa nove milioni di persone, aspetto che, anche considerando la messa in sicurezza degli edifici scolastici e di quelli di lavoro, potrebbe incidere pesantemente sull’incremento dei contagi del coronavirus a causa dell’eccessivo affollamento di autobus e metropolitane.
RISCHIO INFEZIONI
«In queste condizioni l’infezione rischia di esplodere un’altra volta – ha dichiarato l’economista Mario Baldassarri, intervenuto come di consueto alla trasmissione -, perché affermare che la capienza massima sui mezzi di trasporto pubblici viene limitata all’80% equivale a dire che le persone si trovano a stretto contatto tra di loro».
Quali le possibili soluzioni al problema dunque? Secondo l’ex viceministro dell’Economia e attualmente presidente del Centro studi economia reale «è necessario disporre di un numero maggiore di autobus al fine di incrementare sensibilmente il numero delle corse, tuttavia questo non è possibile farlo con un colpo di bacchetta magica, poiché se aspettiamo che vengano bandite e poi svolte le gare pubbliche per l’acquisizione dei mezzi passeranno un paio di anni prima del completamento delle procedure».
CARENZA DI MEZZI DI TRASPORTO
Secondo Baldassarri una soluzione possibile è quella dell’affitto di autobus turistici, mezzi attualmente nella loro gran parte fermi all’interno delle autorimesse. «Allo specifico riguardo va inoltre rilevato che oggi, per altro, molti dei conducenti di quegli autobus si trovano in cassa integrazione, cioè un’ammortizzazione sociale pagata dallo Stato. Ora, in una situazione di emergenza come questa si deve fare ricorso a tutti gli strumenti disponibili, come gli autobus turistici che in questo momento sono fermi nei depositi».
Infatti, nelle condizioni di rischio contagio la capienza dei mezzi di trasporto pubblici deve permanere al disotto del 50% di quella prevista come totale, altrimenti non viene garantito l’indispensabile minimo distanziamento interpersonale all’interno delle vetture.
RIMBALZO DELL’ECONOMIA, MA CONTESTUALE RISTAGNO DELL’OCCUPAZIONE
La discussione è passata poi ai temi propriamente economici, con la contraddizione tra il rimbalzo dell’economia e il contestuale ristagno dell’occupazione, infatti, a fronte di una crescita significativa del prodotto interno lordo (Pil) non si registra però un parallelo riassorbimento dei disoccupati dal mercato del lavoro.
«È un regola nota in economia – ha commentato al riguardo Baldassarri -, perché quando riprende la crescita la ripresa dell’occupazione è ritardata di almeno otto mesi o un anno, non è che con la ripresa delle attività produttive si determinano automaticamente nuove assunzione di lavoratori. Ma poi oggi siamo di fronte anche a un altro problema: è vero che c’è il “rimbalzo”, però le aspettative si collocano tutte al dopo-rimbalzo».
UN RECUPERO DIFFERITO NEL TEMPO
In sostanza, dopo il recupero del 2021-22 del “buco” apertosi con la crisi del 2020 si tornerà alla situazione pre-pandemica, cioè ai livelli del 2019.
«A questo punto – ha spiegato Baldassarri – le prospettive per gli anni successivi riguardo a una riavvio dell’occupazione poggiano sulle aspettative nutrite dalle imprese di una ripresa della crescita economica in modo strutturale e permanente negli anni a venire. Tutto dipenderà quindi dalla ripresa della produzione nel futuro, che, qualora si verificherà in maniera adeguata, consentirà l’allargamento della base occupazionale nel Paese».
Dunque, per consolidare il ciclo economico saranno necessarie le riforme strutturale in campo economico e gli investimenti pubblici.
RIFORME STRUTTURALI E FONDI EUROPEI
«Ci vuole un impiego immediato ed efficiente dei fondi europei associato al varo delle diverse riforme strutturali, di pubblica amministrazione, Giustizia e, soprattutto, fisco, riforme che mettano nelle condizioni l’economia italiana di crescere un tasso annuo del 3% almeno fino al 2030. Se tale prospettiva – ha concluso quindi Baldassarri – verrà percepita positivamente dagli imprenditori, questi ultimi il prossimo anno potrebbero venire indotti a nuove assunzioni di personale»