LIBANO, tensioni. Hezbollah bombarda Israele, ma i drusi di Shwaya arrestano i suoi miliziani al ritorno dai lanci dei razzi e gli sequestrano le armi

Gli abitanti del villaggio, esasperati, hanno cercato a loro modo di evitare che le provocazioni della milizia sciita filoiraniana scatenassero la reazione militare dello Stato ebraico, che ha più volte minacciato chiaramente di essere pronta a colpire i depositi di missili occultati nel Libano meridionale

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Attraverso un proprio comunicato ufficiale l’organizzazione islamista sciita libanese Hezbollah ha rivendicato gli attacchi compiuti venerdì scorso contro il territorio dello Stato ebraico. L’attacco era stato portato mediante una salva di razzi (complessivamente diciannove) e aveva alimentato una escalation, al punto che le Forze di difesa israeliane avevano risposto al fuoco nemico proveniente da oltre frontiera con dei tiri di artiglieria.

Si era trattato del terzo giorno di attacchi dal Libano contro la regione settentrionale di Israele, tuttavia, malgrado la tensione avesse conosciuto un notevole incremento, i commenti dei vertici politici e militari di Gerusalemme hanno fatto subito intendere che la provocazione dell’organizzazione fondamentalista filoiraniana non sarebbe stata raccolta, quindi la situazione non sarebbe degenerata in un conflitto di maggiori dimensioni.

IL NEMICO A RIDOSSO DEL CONFINE

Per Israele l’organizzazione politico-militare sciita costituisca attualmente la minaccia maggiore, inoltre essa si configura immediatamente a ridosso del suo reticolato di confine in Galilea e si estende lungo le alture del Golan. È infatti dal territorio del Libano meridionale, roccaforte del Partito di Dio di Nasrallah che provengono frequenti gli attacchi. Come venerdì scorso, il giorno successivo a quello nel quale il ministro della Difesa dello Stato ebraico aveva avvertito che il suo Paese era pronto a colpire l’Iran dopo l’attacco compiuto con «droni suicidi» nelle acque omanite a danno di una petroliera, attacco che aveva ucciso due marittimi dell’equipaggio.

UNA FASE OLTREMODO DELICATA

Le tensioni vengono alimentate in un momento delicato in Israele, che vede la nuova coalizione di governo formata da otto partiti politici impegnata nello sforzo teso al mantenimento della tregua sull’altro confine, quello meridionale con Gaza, dove un fragile cessate il fuoco ha posto fine a una guerra durata undici giorni con gli islamisti di Hamas, al potere nella Striscia.

Dal canto suo, il comandante delle forze dell’Onu schierate nel Libano meridionale (UNIFIL 2), il generale italiano Stefano Del Col, ha dichiarato che «la situazione e molto grave e invitiamo tutte le parti a cessare il fuoco», aggiungendo poi che i caschi blu si tanno coordinando con l’Esercito libanese allo scopo di rafforzare le misure di sicurezza nell’area.

IL LIBANO IN BILICO

Anche il Libano attraversa una fase molto critica, sul pino economico, politico e degli equilibri interni. La decisione di Hezbollah di colpire zone praticamente disabitate un’area contesa (le Fattorie di Sha’aba) piuttosto che zone di Israele  densamente popolate va dunque letta nel senso del messaggio inviato limitando tuttavia la risposta militare dell’avversario.

La dirigenza dell’organizzazione sciita filoiraniana sa benissimo che Israele può attaccare in qualsiasi momento i villaggi di confine libanesi dove ritiene che Hezbollah abbia i suoi depositi di razzi e questo, ovviamente, spaventa l’esasperata popolazione locale, che teme le ritorsioni militari di Tsahal.

L’IRA DEI DRUSI DI SHWAYA

Ecco spiegata la reazione degli abitanti del villaggio di Shwaya, che sono scesi in strada e, inferociti, hanno bloccato gli automezzi di Hezbollah che stavano ritornando dalle postazioni di lancio dei loro razzi dopo l’ultima salva. La tensione era elevata, alcuni video postati in rete mostrano la gente che ferma due fuoristrada, uno dei quali recante nel cassone una piattaforma missilistica, e arrestano i miliziani sciiti che si trovavano a bordo.

Il parabrezza di uno degli autoveicoli è stato infranto dalla folla e le armi dei miliziani sono state sequestrate, questo mentre alcune persone del villaggio urlavano: «Hezbollah sta lanciando razzi da una casa all’altra in modo che Israele ci colpisca».

In seguito, in un comunicato diffuso dal comando dell’esercito di Beirut è stato reso noto che l’Armée libaneise aveva arrestato quattro persone coinvolte nel lancio di razzi e confiscato il lanciarazzi utilizzato per l’azione.

EFFETTO «BOOMERANG»

È opinione del professor Ely Karmon, analista presso l’International Institute for Counter-terrorism di Herzliya, Israele,  che nel Paese dei cedri si stia assistendo a una sorta di «effetto boomerang», dovuto a una insofferenza crescente da parte della popolazione libanese per le azioni belliche poste in essere contro lo Stato ebraico da Hezbollah alla frontiera meridionale.

L’episodio verificatosi ieri a Shwaya ne segue infatti un altro ancora più grave accaduto domenica scorsa alla periferia sud di Beirut, dove tre membri dell’organizzazione sciita filoiraniana erano stati uccisi nel corso di una imboscata al corteo funebre di un loro compagno, a sua volta assassinato per ritorsione da un gruppo di sunniti, episodio che era seguito a un precedente duplice omicidio di due sunniti perpetrato nel corso di una rissa nella zona di Khaldé, località costiera situata dodici chilometri a sud della capitale.

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