Il Governo italiano sarebbe pronto a revocare in tempi rapidi l’embargo sulla vendita di armi agli Emirati Arabi Uniti (EAU) che era stato deciso nello scorso gennaio a seguito delle pressioni esercitate dal Movimento 5 stelle attraverso una risoluzione di condanna del coinvolgimento di EAU e Sauditi nel conflitto in Yemen, che invitava il Ministero degli Esteri a ritirare le autorizzazioni già approvate alla vendita di armi alla petromonarchia araba.
Roma è dunque disposta a rinforzare i legami di cooperazione strategica con quei Paesi del Golfo Persico in ragione della presa d’atto della loro «nuova postura», che viene definita «più responsabile», nel più ampio contesto regionale. Il governo italiano si rende quindi disponibili a superare le misure restrittive che aveva imposto in precedenza, quando era giunto alla revoca delle autorizzazioni all’esportazione di missili e bombe all’Arabia Saudita e, appunto, agli EAU.
PARERE FAVOREVOLE DALLA CAMERA
Il 3 agosto scorso la Commissione parlamentare Esteri della Camera dei Deputati ha infatti espresso una valutazione favorevole riguardo alla possibile revoca delle misure restrittive imposte in precedenza. Già In luglio, sia dalla Farnesina che dall’UAMA (l’ufficio competente in materia di autorizzazioni alle esportazioni, di armamenti) erano filtrate voci relative a un allentamento dell’embargo, con particolare riferimento alla clausola dell’EUC rafforzato (end-user certificate), documento che l’acquirente di sistemi d’arma deve fornire al venditore nel quale si certifica che il prodotto o il servizio acquistato non verranno utilizzati per scopi non consentiti dalla legge.
MUTAMENTO NELLE RELAZIONI BILATERALI
I segnali del mutamento nelle relazioni venivano rinvenuti nell’impegno di quei Paesi arabi al fianco dell’Occidente nell’azione di contrasto al terrorismo islamista di Daesh (Islamic State) e al-Qaida”, nel sostegno umanitario all’Onu in favore della popolazione yemenita e nel ritiro dei militari emiratini dal teatro bellico yemenita.
Nello scorso mese di aprile lo stesso ministro degli Esteri di Abu Dhabi, Abdullah bin Zayed al-Nahyan, aveva personalmente «assicurato» al suo omologo italiano Luigi Di Maio che le forze armate del suo paese «non erano più impegnate nel conflitto», una circostanza ritenuta «positiva» dai embri della Commissione parlamentare della Camera, che ha spinto l’Italia a rilanciare le relazioni bilaterali con gli EAU conferendo un nuovo impulso alla «cooperazione politica, economica, militare e culturale in tutti i campi di comune interesse».
UNA FASE DI ATTRITI TRA ABU DHABI E ROMA
La decisione assunta dal Governo italiano il 29 gennaio aveva innescato una fase di crisi nei rapporti bilaterali con i due Stati del Golfo, contrassegnata da alcuni spiacevoli episodi, quale quello verificatosi l’8 giugno, quando la Farnesina aveva convocato l’ambasciatore emiratino dopo che Abu Dhabi aveva negato a un aereo militare italiano diretto in Afghanistan di attraversare il suo spazio aereo.
Il velivolo militare trasportava giornalisti e ufficiali delle Forze armate diretti alla cerimonia per il ritiro del contingente italiano dall’Afghanistan, mentre un mese dopo, il 2 luglio, il centinaio di militari dell’Aeronautica militare italiana erano stati costretti a evacuare la base emiratina di al-Minhad, di importanza strategica ai fini del supporto alle operazioni in Iraq e nel Corno d’Africa.
LE RADICI DEI CONTRASTI
Il deterioramento delle relazioni tra Abu Dhabi e Roma risalivano comunque nel tempo, all’episodio della mancata vendita degli UAV e dell’annesso fallimento dell’operazione sulla Piaggio Aeospace. A tutto questo si aggiungano le dinamiche geopolitiche, che hanno visto l’Italia posizionarsi al fianco del Qatar e del Governo di Tripoli presieduto da Fayez al-Serraj (riconosciuto dall’Onu), mentre gli EAU in Libia erano schierati sul fronte opposto, contro Doha, tra i principali sostenitori della Fratellanza musulmana, movimento fondamentalista islamico che per gli emiratini costituisce una minaccia esistenziale. Ma ora parrebbe che tutto si rimetta in discussione in senso positivo.