STRATEGIA, energia ed equilibri internazionali. Accordo sul North Stream 2 tra Usa e Germania, però Ucraina e Polonia non si fidano

L'accordo prevede che tedeschi e americani si impegnino a contrastare qualsiasi futuro tentativo di Mosca di utilizzare il gasdotto quale leva politico-commerciale

di Giuseppe Morabito, generale in ausiliaria dell’Esercito italiano e attualmente membro della NATO Defence College Foundation – La settimana appena conclusa ha visto la Germania e gli Stati Uniti annunciare di aver raggiunto un accordo per consentire il completamento del controverso gasdotto dalla Russia verso l’Europa evitando l’imposizione di ulteriori sanzioni commerciali da parte di Washington.

L’accordo sul North Stream 2 afferma, in sintesi, che tedeschi e americani si impegnano a contrastare qualsiasi futuro tentativo di Mosca di utilizzare il gasdotto come leva politico-commerciale.

LE PAURE DI VARSAVIA E KIEV

I due paesi hanno inoltre concordato di sostenere economicamente Polonia e Ucraina che considerano il progetto una minaccia alla loro sicurezza economica.

In una dichiarazione congiunta, i governi di Varsavia e Kiev hanno reso noto di essere «uniti nella determinazione di ritenere la Russia responsabile di una sorta di aggressione e di imporre costose sanzioni» e, quanto precede, fa riferimento in gran parte al sostegno fornito da Mosca ai separatisti nella regione contesa del Donbass.

Si tratta di preoccupazioni di vecchia data, basate sull’evidenza che il North Stream 2 possa conferire alla Russia maggiori margini di potere nella gestione delle forniture di gas europee oppure giungere addirittura a interrompere le forniture stesse ai suoi avversari, che prima della costruzione del gasdotto costituivano il passaggio obbligato in direzione della Germania.

UN MONITO AI RUSSI E DOLLARI AGLI UCRAINI

Nella dichiarazione congiunta tedesco-americana si afferma che «se la Russia tenterà di usare l’energia come arma, o commetterà ulteriori atti aggressivi contro l’Ucraina, la Germania agirà a livello nazionale e chiederà misure efficaci a livello europeo, comprese sanzioni economiche».

Washington e Berlino si sono impegnate a sostenere un fondo da un miliardo di dollari per l’Ucraina allo scopo di consentirle di diversificare le proprie fonti energetiche, di questo budget la Germania fornirà inizialmente 175 milioni di dollari.

Il governo di Berlino ha anche garantito che rimborserà Kiev per le tasse di transito del gas che perderà una volta che il territorio ucraino verrà bypassato dal North Stream 2, lo farà – ha affermato – fino al 2024, con una possibile proroga di dieci anni.

THREE SEAS INITIATIVE

La Germania si è inoltre impegnata a continuare a offrire sostegno all’Ucraina per la transizione dal carbone, anche nominando un nuovo “inviato speciale” con un finanziamento dedicato di settanta milioni di dollari.

Facendo un cenno alla Polonia, la Germania ha anche accettato di firmare la “Three Seas Initiative”, uno schema promosso da Unione europea e Stati Uniti mirante al rafforzamento della sicurezza energetica tra i paesi che si affacciano sul Mar Baltico, sul Mar Nero e sull’Adriatico.

Nonostante quanto precede, l’opposizione al North Stream 2 è ancora forte, poiché Ucraina e Polonia hanno definito l’accordo raggiunto «insufficiente» e continuano a chiedere a Usa e Germania di affrontare più adeguatamente la crisi della sicurezza nella regione, considerando la Russia unico beneficiario del gasdotto fino a quando non saranno trovate opportune soluzioni.

LA «LEVA» DI PUTIN

Anche alcuni esponenti politici statunitensi hanno criticato l’accordo, si è trattato principalmente dell’ opposizione repubblicana, che continua a non avere dubbi sul fatto che Mosca userà il gasdotto come arma di coercizione contro i suoi avversari regionali e la sicurezza energetica transatlantica.

Alcuni esperti affermano  che la leva del gasdotto verrà utilizzata da Putin sia per privare Kiev di due miliardi di dollari di tasse annuali, ottenuti autorizzando il transito del gas russo diretto in Europa occidentale attraverso l’Ucraina, sia per aumentare la quota di importazioni europee di gas russo, che il Cremlino potrebbe utilizzare come merce di scambio nelle trattative geopolitiche.

Nel 2019 gli Usa avevano approvato una legge che imponeva sanzioni alle società europee che stavano lavorando alla costruzione del gasdotto, creando attriti con la Germania e la Commissione europea, che avevano giudicato la mossa come un intervento extraterritoriale senza precedenti nella politica energetica europea, inasprendo così i legami bilaterali tra Berlino e Washington.

BIDEN E LA RICOSTRUZIONE DEI RAPPORTI CON L’EUROPA

Oggi l’amministrazione Biden ha fatto della ricostruzione delle relazioni con i partner della NATO come la Germania una priorità. Infatti, in base all’accordo, annunciato pochi giorni dopo l’ultima visita della cancelliera Angela Merkel a Washington, gli Stati Uniti ritirano le sanzioni «contro l’oleodotto» in cambio delle già citate promesse tedesche di proteggere l’Ucraina e l’Europa da potenziali minacce russe.

L’accordo prevede che la Germania nomini un inviato speciale per definire con Mosca i dettagli delle contropartite economiche e l’aiuto per accelerare la transizione dell’Ucraina dal carbone a progetti di energia rinnovabile.

In Polonia c’è chi  afferma che l’accordo creerà un enorme divario di sicurezza sul fianco orientale della NATO, in particolare in Ucraina, e che non c’è stata la volontà di convincere la Germania che mantenere la pace sul fianco orientale della NATO sia più prezioso delle sue relazioni con la Russia.

L’ULTIMO PALCOSCENICO DI ANGELA

La Merkel ha respinto l’idea che l’accordo indichi Ucraina e Polonia quali priorità inferiori rispetto alla Russia, ella ha invece confermato che la Germania è disposta a imporre sanzioni alla Russia qualora necessario. Tuttavia, molto dipenderà dalle prossime iniziative diplomatiche e dalla capacità di Berlino di persuadere i critici che ci si può fidare della Germania nel difendere gli interessi ucraini ed europei.

Non va dimenticato che a settembre in Germania avranno luogo le elezioni e si prevede una vittoria dei Verdi e la sconfitta dei partiti attualmente al governo, oltre alla fine dell’era Merkel, che in veste di cancelliera ha sempre sponsorizzato il gasdotto.

I possibili vincitori parrebbero convinti nel definire la NATO «indispensabile»alla sicurezza tedesca, nel promuovere il progetto per una Difesa europea e nel sostenere l’esigenza di un Esercito tedesco moderno. Questo  anche se  l’obiettivo del 2% del Pil da destinare alla Difesa, più volte chiesto da Washington, non è comunque «ragionevole» per i tedeschi, e che il partito rifiuta un importante e costosa modernizzazione militare

Però, a fronte della cautela in tema di armamenti i Verdi sosterrebbero, e qui il condizionale è d’obbligo,  la demolizione immediata del progetto infrastrutturale, a causa del suo impatto dannoso sul clima e dei suoi effetti potenzialmente destabilizzanti per l’Ucraina nei confronti della Russia.

Mancano due mesi alle elezioni, vedremo…

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