LIBANO, crisi politica. Saad al-Hariri, premier libanese incaricato, rinuncia al mandato esplorativo

La causa risiede nei contrasti insorti tra il leader sunnita con il presidente della Repubblica Michel Aoun al momento della presentazione della proposta del nuovo esecutivo, che non ha visto il raggiungimento di un accordo

Si acuisce la crisi politica (ed economica) del Libano dopo che nella giornata di ieri il leader del partito Movimento per il futuro del Paese, Saad al-Hariri, ha annunciato di essere intenzionato a rinunciare al mandato esplorativo per la formazione di un nuovo governo.

DISSENSI CON IL PRESIDENTE AOUN

Hariri lo ha reso noto a seguito del suo breve incontro della durata di appena venti minuti con il presidente libanese Michel Aoun, al quale aveva presentato la lista dei ministri di un possibile nuovo esecutivo, ma che – stando alle sue dichiarazioni – l’ex generale e presidente non ha approvato, chiedendo a sua volta sensibili cambiamenti nella formazione del gabinetto, rilancio che ha infine portato allo stallo politico e alla rinuncia del leader politico sunnita.

Saad al-Hariri, sunnita figlio di Rafiq Hariri (miliardario e premier assassinato anni fa a Beirut dai servizi segreti siriani con una potente road bomb), che ha già ricoperto in passato la carica di primo ministro e leader politico musulmano sunnita del Libano, era stato designato quale premier incaricato della formazione del governo nell’ottobre scorso a seguito delle dimissioni rassegnate dalla compagine governativa presieduta da Hassan Diab, avvenuta sulla scia emozionale e di proteste provocate dalla disastrosa esplosione verificatasi nel porto della capitale libanese.

PREOCCUPAZIONE NEL MONDO

Immediate le reazioni al fatto registrate a livello internazionale. Secondo il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit, «le conseguenze di questo passo potranno essere gravi», mentre per il segretario di Stato americano Antony Blinken «la decisione di Hariri è stata deludente», egli ha quindi esortato i leader politici libanesi a mettere da parte le loro differenze e a trovare un accordo che consenta la formazione di un governo.

Dal canto suo, la Banca mondiale ha definito la depressione del Libano come una delle più acute mai registrate nella storia moderna, poiché la moneta ha perso più del 90% del suo valore in due anni, la povertà si è sempre più diffusa e ci sono state penurie di carburante che hanno portato a una paralisi delle attività e a una penuria di fertilizzanti, generando crescenti timori riguardo a possibili disordini sociali.

LO SCONTRO POLITICO

La decisione di Hariri segna il culmine di mesi di duro confronto tra lui e Aoun per il controllo di posizioni chiave nel governo. L’ex generale cristiano maronita divenuto capo dello Stato è da tempo alleato degli sciiti filo-iraniani di Hezbollah.

Quest’ultimo avrebbe insistito per una minoranza di blocco in ogni ipotesi di gabinetto presentata, una condizione per Hariri insormontabile. In una dichiarazione ufficiale della presidenza si afferma invece che Hariri si sarebbe rifiutato di discutere eventuali modifiche alla sua proposta cercando di prendere ventiquattro ore di tempo.

Al momento Aoun avrebbe chiesto nuove consultazioni con i parlamentari libanesi al fine di pervenire alla designazione di un nuovo primo ministro incaricato nel minor tempo possibile, tuttavia, analisti e i politologi locali ritengono che, salvo un imprevisto e drammatico mutamento del panorama politico libanese, per ora appare molto difficile la formazione di un nuovo governo prima delle elezioni parlamentari che si terranno il prossimo anno.

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