È un rapporto che ci tiene a marcare una discontinuità con il passato, a partire dal nome dell’Autorità (prima si chiamava Autorità di Informazione finanziaria, ora Autorità di Supervisione e Informazione finanziaria), fino ad arrivare alla grafica. Qualcosa che intende sottolineare i risultati raggiunti dalla nuova direzione, a partire dal Rapporto Moneyval «sui progressi», che viene definito in termini molto positivi nonostante la Santa Sede abbia ricevuto solo valutazioni intermedie e, sei su undici di quelle valutazione erano piuttosto negative più che positive.
È il nuovo corso della finanza vaticana si afferma oltre le Mura leonine. Nell’articolo analitico sull’argomento pubblicato da ACI Stampa e a firma Andrea Gagliarducci, si sottolinea come «al di là delle nuove normative vaticane sugli appalti e del nuovo ordinamento giudiziario, le modalità di rapporti di transazioni sospette e la cornice giuridica erano state già delineate, con normative che risalgono tutte agli anni precedenti e che hanno permesso alla Santa Sede di mettere su un sistema che funziona, che è apprezzato a livello internazionale e che comunque è aderente alla peculiarità dello Stato. Non devono sorprendere, dunque, le perplessità internazionali sulla citazione in giudizio dell’ex presidente e direttore dell’Autorità nell’ambito del processo di Sloane Avenue, anche perché le indagini hanno messo a rischio la stessa cooperazione internazionale».
INTERPRETARE I COMUNICATI DI OLTRE TEVERE
La sintesi fornita dalla Sala stampa della Santa Sede ha invece messo in luce come in gennaio si avvenuto il rientro nel circuito di scambio informativo del gruppo Egmont, «ma – eccepisce al riguardo Gagliarducci – il fatto che l’AIF fosse stata esclusa dal circuito riguardava proprio i rischi connessi alla cooperazione internazionale e all’acquisizione da parte della magistratura vaticana di materiale di intelligence appartenenti ad altri Stati».
Nel suo rapporto 2021 l’ASIF sottolinea «l’insediamento della nuova direzione, l’accrescimento dell’organico da nove a tredici unità e il nuovo statuto», che però, di fatto, ha rappresentato un passo indietro dato il ritorno a un presidente esecutivo, seppure se la sintesi resa della Sala stampa vaticana ha posto in luce soltanto che «la struttura prevedeva la separazione del precedente Ufficio Vigilanza e Regolamentazione nell’Ufficio Vigilanza e nel nuovo Ufficio Regolamentazione e Affari Legali».
LA VALUTAZIONE DI MONEYVAL
La sintesi dalla Sala stampa rimarca che: «Rispetto agli undici criteri su cui si basa la valutazione (di Moneyval, n.d.r.), la giurisdizione ha ottenuto una valutazione di ‘efficacia sostanziale’ per 5 di essi, e di ‘efficacia moderata’ per gli altri 6. In nessun ambito si è avuta una valutazione di “efficacia bassa”».
La prossima valutazione sui progressi sulla conformità verrà effettuata fra tre anni, quella sull’efficacia tra cinque mediante una nuova ispezione. Dal Vaticano, per dimostrare che la valutazioni non sono negative come si potrebbe pensare, vengono riportati due grafici che analizzano il posizionamento della giurisdizione vaticana con riferimento a ciascuno degli undici criteri di valutazione dell’efficacia e il posizionamento complessivo della giurisdizione in termini di efficacia, evidenziando come «in alcuni ambiti la Santa Sede si posiziona tra le giurisdizioni più virtuose».
STRUMENTI LEGISLATIVI ADOTTATI E ATTIVITÀ ASIF
Il rapporto sottolinea che la valutazione Moneyval ha riguardato «per la prima volta, l’efficacia degli strumenti legislativi e dei presidi procedurali ed organizzativi adottati (effettività o effectiveness), fattore misurato con riferimento a undici parametri (Immediate Outcomes)» e quindi «la conformità del quadro normativo e regolamentare vigente rispetto alle quaranta Raccomandazioni del GAFI (conformità tecnica o technical compliance)», aggiungendo che «la giurisdizione, quindi, è stata chiamata a dimostrare non soltanto di avere un quadro normativo adeguato, ma soprattutto di avere concretamente meccanismi in grado di prevenire e contrastare il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo».
RICICLAGGIO E FINANZIAMENTO DEL TERRORISMO
Per quanto riguarda invece l’attività dell’ASIF, si fa poi notare che: «In merito alla Vigilanza, nel 2020 in ambito prudenziale è stata condotta un’ispezione generale presso lo IOR, e si è realizzata una “guida” contenente le modalità di svolgimento del processo di revisione e valutazione di natura prudenziale», mentre «in materia di riciclaggio e finanziamento del terrorismo è proseguito il monitoraggio sull’attuazione del piano di rimedio dello IOR a seguito dell’ispezione del 2019».
Nel corso del 2020 l’ASIF ha ricevuto 89 segnalazioni di attività sospetta e ha a sua volta inviato 16 rapporti all’Ufficio del Promotore di Giustizia. Nel quadro della cooperazione internazionale, invece, si rende noto che «nel 2020 sono state scambiate 49 richieste di informazioni con altre Autorità vaticane, riguardanti 124 soggetti.
Infine, sono stati sottoscritti due nuovi protocolli di intesa con Unità di Informazione finanziaria, portando a 62 il totale degli atti di questo genere sottoscritti dal 2012, questo mentre nello stesso periodo l’ASIF ha «scambiato 58 richieste di informazioni con UIF estere su 196 soggetti e ha inviato 19 comunicazioni spontanee riguardanti 104 soggetti».
TRASPORTO DI DENARO TRANSFRONTALIERO
Infine, per quanto riguarda il trasporto transfrontaliero di denaro contante, viene ribadito come sia «confermata la tendenza precedentemente osservata tra il 2015 e il 2019 di una progressiva diminuzione dell’utilizzo del contante».
I toni del rapporto sono ampiamente positivi, tuttavia – sottolinea sempre Gagliarducci – per il secondo anno consecutivo non ha avuto luogo una conferenza stampa di presentazione del Rapporto, «che dunque potesse sottoporre la dirigenza dell’ASIF alle domande dei giornalisti». «Da quando c’è la nuova Amministrazione – conclude il giornalista di ACI Stampa -, non c’è stata mai una conferenza stampa aperta, ma soltanto dichiarazioni rese ai media istituzionali o a quelli selezionati».