CULTURA, antropologia e tradizioni. Pust dan fang: volti, corpi e rituali, dalle maschere africane e friulane alla fotografia di Roberto Kusterle

L’esposizione curata di Eva Comuzzi e Orietta Masin avrà luogo presso l’antico complesso dei Battuti a San Vito al Tagliamento dal 17 luglio al 5 settembre. Le immagini condensano idea e sogno, mondo umano e animale, inconscio e ancestralità: danno vita a figure archetipiche di una contemporaneità classica dove il tempo sembra essere sospeso

Pust dan fang, volti, corpi e rituali: dalle maschere africane e friulane* alla fotografia di Roberto Kusterle, il cui titolo, che per sonorità potrebbe rimandare allo Zang Tumb Tumb di Marinetti, riunisce in realtà, con la musicalità del suono insita nei riti – cui la mostra vuole rendere omaggio – tre componenti essenziali dei lavori esposti: le maschere del Pust, quelle della dinastia Dan e il ‘fango’- creta che avvolge i corpi di Kusterle. Fango che tradotto in friulano diventa ‘fang’ e dove questa parola, ancora una volta rimanda al nome di un popolo africano. Se lo Zang Tumb Tumb futurista era una sorta di inno alla velocità e riproduceva, in modo onomatopeico, i suoni della guerra, Pust Dan Fang vuole essere, al contrario, un inno alla lentezza, quasi una nuova formula magica che possa riportare alla contemporaneità l’attenzione per i misteri dei riti e delle tradizioni passate che si stanno purtroppo mano a mano estinguendo.

PUST DAN FANG

Grazie ad un attento allestimento che comprende i tre piani dell’antico complesso dei Battuti a San Vito al Tagliamento, l’esposizione offrirà un suggestivo percorso che si muoverà tra maschere e caschi cerimoniali africani per riti funerari e di fertilità provenienti da una collezione privata, le maschere tipiche del Carnevale della Val Resia realizzate da Antonio Trinco e altre provenienti dal Museo Ruttar di Clodig, e le complesse narrazioni di Roberto Kusterle dove le immagini, che condensano idea e sogno, mondo umano e animale, inconscio e ancestralità, daranno vita a figure archetipiche di una contemporaneità classica dove il tempo sembra essere sospeso.

Si avvia così alla conclusione con una grande mostra la Rassegna di arte contemporanea Liminalità – betwixt and between iniziata nel giugno 2020 e fatalmente stravolta nella programmazione dall’emergenza Covid-19, con alcuni eventi completamente ripensati, altri annullati o dalle modalità culturali diverse e nuove che secondo l’antropologo Victor Turner, i cui studi sulla liminalità e i processi rituali sono stati da spunto per l’intero progetto, vengono ideate proprio all’interno delle fasi di transizione come quella che abbiamo recentemente vissuto.

LIMINALITÀ: UN BILANCIO IN VISTA DELLA CONCLUSIONE

Nel corso di questi mesi, seguendo lo stesso percorso di Turner, la rassegna attraverso un’analisi dei processi rituali, periodi di transizione e mutamenti socioculturali – che insieme formano i modelli culturali di una società – ha cercato di offrire tra mostre, performance e incontri, un contesto di ibridazione sociale e culturale atto a sviluppare un diverso punto di osservazione sulla realtà. Un approfondimento che le curatrici Eva Comuzzi e Orietta Masin affronteranno in questa travagliata esposizione che dopo le due sospensioni per la pandemia e un cambio di città e spazio espositivo, trova finalmente degna accoglienza, grazie all’amministrazione comunale, nelle magnifiche stanze dell’Antico Complesso dei Battuti a San Vito al Tagliamento.

L’inaugurazione, prevista per sabato 17 luglio alle ore 17:30 presso l’Auditorium H. Zotti, sarà l’occasione per assistere ad un incontro introduttivo, a cura di Eva Comuzzi, che offrirà al pubblico le necessarie chiavi di lettura di una mostra a tutti gli effetti inedita ed originale. L’incontro sarà un viaggio ed un confronto fra i riti del Friuli Venezia Giulia e quelli praticati dalle altre culture nel mondo, e l’influenza che essi hanno avuto nell’arte contemporanea.

«FINISSAGE» IL 5 SETTEMBRE

Il finissage del 5 settembre delle ore 18:30 all’Antico Teatro Arrigoni vedrà, invece, protagonista l’antropologo visuale Stefano Morandini con l’incontro La maschera e l’uomo tra il Friuli e l’Africa, maggiormente incentrato sull’antropologia e sulle tradizioni della regione nordorientale italiana.

Nel rispetto delle direttive per il contenimento del contagio da Covid-19, l’inaugurazione e il finissage sono a ingresso libero ma con prenotazione obbligatoria attraverso SMS o messaggio Whatsapp al numero 3388454492

La Rassegna di arte contemporanea Liminalità – Betwixt and Between promossa e organizzata dal Circolo ARCI Cervignano, è realizzata con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, Comune di Cervignano del Friuli, Cassa Rurale FVG, con il patrocinio di PromoTurismo FVG. In partenariato con il Comune di Cervignano del Friuli, Comune di Terzo di Aquileia, Onde Mediterranee, Le Arti Tessili, Porto dei Benandanti, Liceo professionale Louise Michel (Francia), Myymälä2 ork (Finlandia); e con la collaborazione di Comune di San Vito al Tagliamento, Associazione Teatro Pasolini, Casa della Musica di Cervignano del Friuli, ISIS Bassa FriulanaITST A.Malignani di Cervignano del Friuli, Dramsan, ArtPort, NASAC-Nuova Accademia delle Arti Storico-Artistiche Contemporanee, ESP, Macross e Thiel.

INFO

Orari di apertura della mostra: sabato e domenica dalle ore 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 21:00;

informazioni: Beni e Attività Culturali│0434843051│mail:cultura@sanvitoaltagliamento.fvg.it Per ulteriori informazioni: 338 845442;

pagina Facebook (fb): PUST_DAN_FANG_dalle maschere africane e friulane* alla fotografia di Kusterle * della Regione Friuli Venezia Giulia

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