CARCERE, violenze Santa Maria Capua Vetere. Gabrielli: «Chi delinque in divisa delinque due volte, ma non delegittimare tutti gli operatori»

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla Sicurezza della Repubblica e già capo della Polizia di Stato, è intervenuto oggi al congresso nazionale del FSP, sigla sindacale del comparto Sicurezza

Franco Gabrielli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla Sicurezza della Repubblica e già capo della Polizia, intervenendo oggi al congresso nazionale del FSP Polizia di Stato (sigla sindacale del comparto Sicurezza), ha reso delle dichiarazioni in merito al clamore suscitato dalle recenti violenze commesse da parte del personale della Polizia Penitenziaria in servizio e da quello inviato in suo rinforzo nel carcere del Casertano. I fatti sono ormai oltremodo noti e hanno dato luogo a una inchiesta dell’Autorità giudiziaria.

«Chi veste la divisa è al servizio del paese – ha affermato Gabrielli -, come capita in tutte le comunità ci sono comportamenti che devono essere censurati, stigmatizzati e colpiti. Però questo non può delegittimare tutti gli operatori, nel caso specifico della polizia penitenziaria».

Il sottosegretario ha poi aggiunto che: «In questi casi bisogna avere il coraggio di distinguere gli errori, le cose che assolutamente non devono essere fatte. Anche perché io ho sempre sostenuto che chi delinque in divisa delinque due volte, perché non solo delinque come una qualsiasi altra persona, ma tradisce la fiducia dei cittadini. Questo ovviamente non deve alimentare sentimenti contro chi veste una divisa, anzi. Va ricordato che chi veste la divisa è al servizio del paese, come capita in tutte le comunità ci sono comportamenti che devono essere censurati, stigmatizzati e colpiti. Però questo non può delegittimare tutti gli operatori, nel caso specifico della polizia penitenziaria, cioè chi lavora in un complesso estremamente difficile come è il mondo carcerario. Quindi torno a sottolineare che bisogna distinguere chi commette degli abusi da chi lavora tutti i giorni, in condizioni non facili, ma anzi estremamente difficili».

Eventuali criticità in tema di sicurezza interna, dovute alle reazioni già scoppiate o ancora possibili a seguito del caso giudiziario di Santa Maria Capua Vetere da parte di movimenti anti-carcerari e simili, sono sotto la lente del Dipartimento della pubblica sicurezza, anche se al momento non presentano carattere di assoluta gravità. Lo ha affermato l’attuale capo della Polizia Lamberto Giannini, che ha dichiarato: «Sotto il profilo della sicurezza questi fenomeni sono sempre seguiti con estrema attenzione, non direi al momento che c’è preoccupazione, direi che c’è la consapevolezza della necessità di tenere alta l’attenzione».

In riferimento alla medesima inchiesta, riferendosi alle richieste rivolte da alcune associazioni e movimenti della società civile dei numeri identificativi per gli agenti, egli ha dichiarato che: «Questo è un argomento di cui ci siamo già occupati e di cui continueremo ad occuparci. Ma sul tema è corretto rilevare fatti significativi, come quello avvenuto a Genova dove un giornalista è stato colpito in una fase molto complicata e concitata di una manifestazione molto problematica, senza che si distinguesse che stava svolgendo il proprio lavoro, e poi i poliziotti si sono presentati e hanno chiarito quanto fosse successo affrontando la propria responsabilità».

Infine, a proposito della delicatezza del momento storico legato alla pandemia, il capo della Polizia ha parlato di «un periodo di ripartenza che va accompagnato. E’ necessario il rispetto delle regole – ha egli concluso – ci sono tante categorie che hanno sofferto molto, ci sono problemi per il lavoro e queste persone hanno il sacrosanto diritto di manifestare le proprie istanze. Noi ci saremo cercando di garantire sempre la possibilità di fare nella massima sicurezza e nella legalità tutte queste iniziative. Devo dire che questo comunque è stato un periodo che ha richiesto una grandissima prova da parte di tutti e questa prova è stata superata, ma richiede ancora attenzione per non vanificare tutti gli sforzi compiuti fin qui».

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