ARTE, esposizioni. Il “Rinascimento” di Claudio Rotta Loria e Gilbert Hsiao, dal 9 luglio al 6 settembre ai Musei di San Salvatore in Lauro a Roma

Un’importante retrospettiva che, oltre a fare il punto sull’evoluzione di Claudio Rotta Loria, uno dei più rilevanti esponenti dell’arte programmata italiana che proprio nel 2021 celebra cinquantacinque anni di carriera, ne mette a confronto il lavoro con quello di un altro grande maestro del genere, l’americano Gilbert Hsiao

Dal 9 luglio al 6 settembre 2021 a Roma, nei Musei di San Salvatore in Lauro, si tiene la mostra Il “Rinascimento” di Claudio Rotta Loria e Gilbert Hsiao, a cura di Giovanni Granzotto, promossa e organizzata dal Il Cigno GG Edizioni che pubblica anche il catalogo.

Sono quasi cinquanta le opere in totale che compongono l’esposizione romana, un’importante retrospettiva che, oltre a fare il punto sull’evoluzione di Claudio Rotta Loria, uno dei più rilevanti esponenti dell’arte programmata italiana che proprio nel 2021 celebra cinquantacinque anni di carriera, ne mette a confronto il lavoro con quello di un altro grande Maestro del genere, l’americano Gilbert Hsiao.

In questo appuntamento romano le vibrazioni luministiche del Maestro piemontese dialogano con le sciabolate di luce e colore di Hsiao, in una specie di incessante susseguirsi di richiami fra la seconda e la terza dimensione in cui è la luce che governa.

Entrambi gli artisti lavorano attorno ad una ricerca pittorica dichiaratamente contemporanea servendosi però degli strumenti e dei meccanismi delle botteghe della tradizione, affiancando a una pittura innovativa e per molti versi scientifica, quasi “da laboratorio”, l’approccio artigianale, ancorché preciso e rigoroso, della bottega classica.

A raccontare il viaggio di Rotta Loria una trentina di opere, dagli anni Settanta ad oggi, con un focus sulle “Superfici a Interferenza luminosa” del 1996, ma anche quelle, con un ordito sempre più fitto e sostenuto, degli ultimi anni, testimoni di una ricerca estrema tesa far affiorare le vibrazioni terminali della superficie.

Sul versante americano, l’esposizione propone una selezione di opere di Hsiao degli anni Ottanta e Novanta, per la prima volta in Italia: astrazioni geometriche dai bordi netti realizzate su tele quadrate/romboidali con colori primari e secondari intensi e saturi, che lentamente lasciano spazio a lavori in cui l’artista si affida più alla composizione e alla struttura che al colore – ora più industriale, fluorescente e metallico – in cui emerge l’influenza della musica minimalista e il lavoro diventa più “ottico”. È di fatto ancora questo il campo di indagine in cui si muove Hsiao, focalizzato sul tema della forma in sè e della sua percezione. Accanto a questi lavori, una ricerca parallela: un primo gruppo di opere si contraddistingue per l’uso di strisce dipinte su fogli di Rowlux®, una pellicola di plastica dall’effetto tridimensionale cinetico che sembra muoversi insieme allo spettatore; il secondo gruppo è invece composto da assemblaggi che alternano un materiale cinetico, come ad esempio del tessuto glitterato, a strati di schiuma reticolata.

Sono, queste ultime, tutte opere di piccole dimensioni: una scelta, nell’ultimo periodo, determinata anche dalla contingenza attuale, per cui l’artista, chiuso in casa e senza la possibilità di recarsi liberamente nel proprio studio, adatta le superfici di lavoro allo spazio che lo circonda.

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