ACQUA, servizio idrico. Mini Book Utilitatis: investimenti nel settore, la fotografia emersa dal Blue Book 2021

L’Onu ha riconosciuto «il diritto umano all’acqua potabile pulita e sicura e ai servizi igienici, essenziali per il pieno godimento della vita e dei diritti umani». Sebbene dal 2000 a oggi più di 1,8 miliardi di persone abbiano ottenuto l’accesso all’acqua potabile e ai servizi idrici di base, il 29% della popolazione mondiale, ovvero 2,2 miliardi di esseri umani, ancora non gode di questo diritto

Da un estratto del Blue Book 2021 (*) – L’Assemblea dell’Onu ha riconosciuto «il diritto umano all’acqua potabile pulita e sicura e ai servizi igienici, essenziali per il pieno godimento della vita e dei diritti umani». Sebbene dal 2000 a oggi più di 1,8 miliardi di persone abbiano ottenuto l’accesso all’acqua potabile e ai servizi idrici di base, il 29% della popolazione, ovvero 2,2 miliardi di esseri umani, ancora non gode di questo diritto. L’esperienza della pandemia da Covid-19 ha bene evidenziato l’importanza dell’utilizzo dell’acqua come forma di prevenzione per la salute umana e quindi la necessità di garantire il suo utilizzo. (¹) (²)

GARANTIRE L’ACCESSO A UN BENE VITALE

L’obiettivo di estendere a tutti l’accesso all’acqua potabile deve necessariamente essere accompagnato da azioni che garantiscano l’uso consapevole della risorsa idrica, da parte soprattutto dei Paesi che attualmente godono di una maggiore disponibilità.

La gestione ottimale della risorsa idrica diventa un obiettivo imprescindibile anche alla luce degli impatti derivanti dal cambiamento climatico. Uno degli effetti principali del cambiamento climatico è quello di modificare la distribuzione delle precipitazioni con rilevanti conseguenze sulla distribuzione delle risorse idriche in particolare per alcune regioni del pianeta, tra cui l’area del Mediterraneo.

LA RIDUZIONE DELLE PIOGGE IN ITALIA

Con riferimento al contesto italiano, si è nel tempo osservata una riduzione delle piogge e una contemporanea intensità delle precipitazioni con conseguenti impatti sul ciclo idrico.

In questo scenario, risulta particolarmente importante l’assetto delle infrastrutture del servizio idrico. Nelle ultime rilevazioni, risulta caratterizzato da diverse criticità, di entità varia in base alle aree territoriali e legate alla vetustà delle reti acquedottistiche, principalmente origine delle perdite idriche di rete, e al non completo adeguamento del sistema fognario e depurativo rispetto alla normativa di settore.

ACQUEDOTTI E PERDITE IDRICHE

Nel 2019, sessantuno gestioni, rappresentative del 57% della popolazione nazionale, hanno registrato un valore di perdite idriche percentuali sui volumi immessi in rete (macro-indicatore M1b) mediamente pari al 40%, con sostanziali differenze tra le diverse macro aree del Paese. Il dato seppure elevato, risulta in decrescita rispetto al valore medio registrato negli anni 2016-2017, pari al 41%, evidenziando segnali di miglioramento nella gestione delle condutture acquedottistiche.

A fronte delle criticità registrate in termini di assetto infrastrutturale i gestori idrici, anche sotto la spinta della regolazione, hanno reagito dando un impulso agli investimenti realizzati, che dal 2012 registrano una crescita costante, dopo anni di instabilità, attestandosi nel 2019 ad un valore pro capite di 46 €/ab (+17% rispetto al 2017). Sebbene il trend degli investimenti risulti crescente, il valore nazionale appare ancora lontano dalla media europea a circa 90 €/abitante.

GESTIONI INDUSTRIALI E GESTIONI «IN ECONOMIA»: GLI INVESTIMENTI

Il dato sugli investimenti per abitante rivela un gap significativo tra gestioni industriali e quelle «in economia». (³)

Per quanto riguarda il settore idrico, sono nove milioni le persone residenti in comuni in cui almeno un servizio tra quelli di acquedotto, fognatura e depurazione, è gestito direttamente dall’ente locale; di questi cinque milioni (59%) sono gli abitanti di enti locali in cui è l’intero servizio idrico a essere gestito direttamente dall’amministrazione locale. Analizzando questa tipologia di gestione, per il periodo 2017-2019 sono stati rilevati investimenti medi annui pari a 8 €/ab, ben al di sotto dei 46 €/ab rilevati per le gestioni industriali.

Focalizzando l’attenzione sui gestori industriali, si registra come al crescere della dimensione aziendale aumenta il valore pro capite degli investimenti. Si passa dai 34 €/ab delle gestioni con fatturato inferiore ai 10 milioni di euro, a un valore di 55 €/ab per le gestioni con fatturato superiore ai 100 milioni di euro.

Per indirizzare gli investimenti su obiettivi specifici, ARERA ha introdotto la regolazione della qualità tecnica del servizio idrico adottando un meccanismo incentivante di premi e penalità legato a sei macro-indicatori che descrivono lo stato qualitativo dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione. (⁴)

INEFFICIENZE GESTIONALI

In funzione dei valori assunti dai macro-indicatori sono stabilite le classi di appartenenza che riflettono i livelli di qualità del servizio in base ai quali vengono stabiliti specifici obiettivi di miglioramento. Da un’analisi congiunta dello stato attuale di servizio e della tipologia di investimenti realizzati e programmati, emerge come tale meccanismo abbia generalmente indirizzato le aziende a destinare investimenti nei segmenti caratterizzati da maggiori inefficienze gestionali.

In riferimento al livello di perdite idriche (macro-indicatore M1), ad esempio, si osserva come gli operatori della classe più performante (A) investono meno di cinque euro per abitante nella riduzione delle perdite idriche, mentre gli operatori della classe meno performante (E) hanno investito 22,7 €/ab nel 2018 e 25,3 €/ab nel 2019.

QUALITÀ ACQUE DEPURATE

Anche con riferimento al livello di qualità di acqua depurata (macro-indicatore M6), si osserva come gestori meno efficienti abbiano investito maggiormente per migliorare l’indicatore, rispetto ai gestori risultati più performanti: gestori in classe D hanno investito mediamente 9,6 €/ab, rispetto ai gestori in classe A che hanno investito 4 €/abitante.

Una spinta aggiuntiva agli investimenti, può venire dal piano del Recovery Fund. Al primo giugno 2021 quasi tutti gli Stati membri hanno presentato i loro piani nazionali per Recovery Fund. Da un’analisi comparata dei diversi piani, si osserva come paesi che mostrano maggiori criticità nel sistema di gestione della risorsa (es. Italia, Romania e Spagna) chiedano più risorse per investimenti in infrastrutture e nuove riforme per semplificare il sistema di governance, mentre in altri paesi come Belgio o in Danimarca, dove il sistema idrico non soffre particolari criticità, gli investimenti sono principalmente mirati a interventi dedicati alla tutela della biodiversità dei corpi idrici e alla qualità dei corpi ricettori.

PNRR: FONDI ASSEGNATI

Per l’Italia i fondi assegnati nel PNRR alla componente tutela del territorio e della risorsa idrica, ricompresa all’interno della Missione 2, rivoluzione verde e transizione ecologica, sono pari a 4,38 Mld €, pari al 2% dell’ammontare totale di risorse previste per il Recovery Plan. Un’indagine condotta da Utilitalia per individuare i progetti ritenuti dalle sue associate eleggibili a essere inclusi nel futuro PNRR, ha evidenziato la presenza di progetti in linea con la componente 4 del Piano per un valore di 13,86 Mld € (pari a più di tre volte l’ammontare stanziato nel PNRR). Tale programma di investimenti ha un potenziale impatto sull’economia attivando circa 25 miliardi di valore della produzione su scala nazionale (0,8% del Pil) euro e occupando oltre 158 mila nuovi posti di lavoro. (⁵)

(*) Fonte: Blue Book (2021) – Utilitatis su dati PNRR Paesi europei; per prendere visione del volume “Blue Book 2021” visitare il sito web https://www.utilitatis.org/libreria/

(¹) Cfr. Risoluzione ONU 64/292 del 28 luglio 2010

(²) Cfr. Summary Progress Update 2021: SDG 6 — Ensure access to water and sanitation for all.

(³) Per gestioni “in economia” si intende la gestione diretta da parte dell’ente locale dell’azienda.

(⁴) Deliberazione 917/2018/R/Idr

(⁵) Stime effettuate sul modello NMODS-REGIO di Svimez.

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