Trenta minuti di colloquio con Papa Francesco con l’aiuto di un interprete, e poi un vasto scambio in Segreteria di Stato vaticana su temi di geopolitica regionale e soprattutto sulla presenza dei cristiani nel Paese arabo. Il primo ministro iracheno Mustafa al-Khadimi visita il Vaticano a quattro mesi dallo storico viaggio di Papa Francesco, facendo seguito quasi due mesi dopo alla visita del ministro degli Ester Fuad Mohammad Hussein.
Per quanto riguarda i colloqui in Segreteria di Stato con il cardinale Pietro Parolin e l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro degli esteri vaticano, una nota della Sala stampa della Santa Sede informa che «è stata evocata la storica visita di Papa Francesco in Iraq e i momenti di unità vissuti dagli iracheni e ci si è soffermati sull’importanza della promozione della cultura del dialogo nazionale per favorire la stabilità e il processo di ricostruzione del Paese».
La conversazione ha anche affrontato «l’importanza di tutelare la presenza storica dei cristiani nel Paese con adeguate misure legali e il significativo contributo che essi possono apportare al bene comune, evidenziando la necessità di garantire loro gli stessi diritti e doveri degli altri cittadini».
«Infine – conclude la nota – “ci si è soffermati sulla situazione regionale, costatando gli sforzi compiuti dal Paese, con il sostegno della comunità internazionale, per ristabilire un clima di fiducia e di convivenza pacifica».
Già durante il viaggio del Papa il governo aveva annunciato che il 6 marzo (data dell’incontro di Bergoglio con al-Sistani e dell’incontro interreligioso a Ur) sarebbe stato proclamato “Giornata della Coesistenza”. Un primo passo per sviluppare il tema della fraternità, che poteva essere anche un ponte con l’Islam sunnita: viene dall’Islam sunnita, infatti, il Grande Imam di al Azhar Ahmed bin Tayyb, che con Francesco ha firmato la Dichiarazione sulla Fraterntà Umana.
Il 27 aprile, Mohammad Javad Zarif, ministro degli esteri iraniano, a Baghdad aveva incontrato il cardinale Louis Raphael Sako. In una nota, il Patriarcato caldeo aveva poi reso noto come Zarif avesse sottolineato «l’importanza del dialogo civile e il ruolo centrale dell’Iraq nella regione, elogiando il successo della storica visita di Papa Francesco in Iraq, e ricordato l’importanza dei suoi messaggi, che non sono stati solo per gli iracheni, ma per l’intera regione».
Zarif aveva anche enfatizzato l’importanza giocata dai leader religiosi nello smantellare il pensiero estremista, facendo proprio riferimento all’incontro tra il Pontefice e il grande ayatollah al-Sistani, che è di origine iraniana.