LIBRI, narrativa. “Poco più che d’estate, l’ultimo romanzo di Luisa Di Maso

Un romanzo intenso e abilmente tessuto dal punto di vista narrativo il cui processo ruota intorno ad una vicenda apparentemente solita

di Rosario Sprovieri – «Poco più che d’estate”, scritto per “Dialoghi” è l’ultimo romanzo di Luisa Di Maso, che ha il grande privilegio di avere una prefazione eccellente, scritta da Dacia Maraini, un imprimatur di qualità e di garanzia letteraria. “In questo romanzo breve, una vacanza che prende inizio sul battello che porterà un ragazzo di quattordici anni e sua madre a Ventotene, diventerà per entrambi – sottolinea Dacia Maraini – l’inizio di una nuova vita e la scoperta di verità insospettabili».

Un romanzo intenso e abilmente tessuto dal punto di vista narrativo il cui processo ruota intorno ad una vicenda apparentemente solita: Luca, che ha appena superato gli esami di terza media, riceve in regalo dalla madre Stefania, una vacanza per un’intera estate sull’isola di Ventotene. In realtà lei, si scoprirà, è stata assunta come commessa presso una libreria dell’isola. Da qui, altri personaggi intervengono nella narrazione: oltre Stefania, (separata) il nonno Pietro, la zia Olga, Marcello il libraio, Eva Luna, una ragazza più grande conosciuta sulla nave e di cui il ragazzo si innamora.

A Ventotene Luca scarta il regalo consegnatogli dal nonno poco prima della partenza e qui il nocciolo della narrazione si dipana rivelando un rapporto tenero, ma allo stesso tempo solido tra nonno e nipote che sanno trovare l’uno nell’altro una forte intesa.

Leggere queste pagine è come farsi prendere per mano dalla Di Maso e andare a rivisitare il mondo delle persone, delle cose, delle situazioni che hanno intessuto la storia dell’isola laziale, di una profondità ineguagliabile quando trattasi di tradizioni e memorie.

Nella semplicità e naturalezza espressiva traspare talvolta la nostalgia per le vicende vissute nel ristretto cerchio dell’isola. Questa, insomma, è una storia che può dare idee, spunti di riflessione a chiunque sappia cogliere il bello e il buono pur essendo immersi nel nuovo che avanza, se si è capaci di riempirlo degli antichi valori di un vivere semplice e sano.

La maturità narrativa di Luisa Di Maso sta proprio nella voce e nei gesti di Luca, di un’adolescenza che sboccia, in ansia di sapere, che si deforma in strazio per la vicenda del nonno, secondo una scrittura che è capace di immedesimazione emotiva. Le storie, la memoria, la riflessione, sono tutte caratteristiche della scrittura della Di Maso, e della sua capacità di tirarci dentro un tempo e un luogo che non pensavamo ci riguardasse così tanto.

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