«L’Italia continuerà a mantenere in Iraq, nel rispetto della sovranità irachena e in pieno accordo con Baghdad, un significativo contingente militare con l’obiettivo di rendere il Paese capace di affrontare la minaccia in autonomia”, queste sono state le parole pronunciate dal ministro degli Affari esteri italiano Luigi Di Maio questa mattina, all’apertura della ministeriale della coalizione anti-Daesh, che ha registrato l’importante partecipazione del segretario di Stato statunitense Antony Blinken.
«Daesh è stato sconfitto nella sua dimensione territoriale – ha proseguito il titolare della Farnesina -, ma non è stato sradicato. Per questo l’Italia, con oltre ottocento unità dislocate tra Iraq e Kuwait, continuerà a mantenere in Iraq, nel rispetto della sovranità irachena e in pieno accordo con Baghdad, un significativo contingente militare con l’obiettivo di rendere il Paese capace di affrontare la minaccia in autonomia. Ci stiamo preparando anche a incrementare la nostra partecipazione alla missione NATO in Iraq e ad assumerne il comando dopo il turno assicurato dalla Danimarca».
CONTRASTO DEL TERRORISMO JIHADISTA
Rinnovato dunque da Roma il proprio impegno al contrasto del fenomeno terroristico islamista, in particolare degli jihadisti di Islamic State (IS). L’Italia, come ha per altro avuto modo di sottolineare il ministro degli Esteri, figura tra i principali contributori militari della coalizione multinazionale in Iraq.
«Grazie mio amico Di Maio», ha replicato in lingua italiana Blinken rivolgendosi al suo omologo italiano, aggiungendo che: «Luigi è stato il primo ministro degli Esteri ad aver visitato Washington all’inizio della nuova amministrazione Biden. Siamo molti grati per la leadership dell’Italia, perché queste sfide sono al centro dell’agenda globale».
Nel suo intervento il segretario di Stato americano ha inoltre affrontato anche il tema dell’”allineamento dei valori tra Italia e Usa riguardo ai diritti umani e alla democrazia”.
LA MINACCIA DI ISLAMIC STATE IN AFRICA
Di Maio ha infine rimarcato come la minaccia rappresentata da Islamic State si «particolarmente allarmante nel continente africano, nello specifico nella regione del Sahel, ma anche in aree dell’Africa orientale, come il nord del Mozambico. Per questo motivo con il sostegno Usa e di molti altri partner ho proposto di istituire un gruppo di lavoro dedicato, che possa identificare e fermare le minacce terroristiche connesse a Daesh esistenti nel continente mettendo a punto specifiche contromisure da definire in coordinamento con i partner locali».
Egli ha dunque concluso affermando che: «A conferma della preoccupazione che desta l’espansione di Daesh in Africa, abbiamo accolto alla ministeriale alcuni Paesi africani non membri della coalizione, quali Burkina Faso, Ghana e Mozambico, che sono stati invitati in veste di osservatori».