I risultati delle ultime elezioni legislative che hanno avuto luogo lo scorso sabato 12 giugno in Algeria sono stati resi noti dalle autorità del Paese nordafricano il martedì seguente, 15 giugno. Da essi si rileva la vittoria del Fronte di Liberazione Nazionale (FLN), partito di governo al potere fin dai tempi dell’indipendenza dalla Francia, ma anche la crescente disaffezione della popolazione nei confronti della politica, evidenziata dal forte tasso di astensionismo, tutto questo in un contesto di marcata e perdurante crisi politica.
Ad avviso di non pochi analisti della materia la vittoria del FLN è stata una sorpresa, poiché la storica formazione politica veniva considerata in procinto di estinzione anche a causa dei suoi compromessi con il deposto presidente Abdelaziz Bouteflika, indotto a dimettersi nel 2019 dall’ondata di proteste popolari.
Il FLN permane comunque un partito organizzato e strutturato al suo interno su un capillare apparato in grado di controllare i centri nodali del potere algerino. Esso dalle urne ha ottenuto 105 seggi in parlamento (Assemblea Nazionale del Popolo) su complessivi 407, ponendosi così al primo posto. Dietro di lui seguono i candidati indipendenti (78 seggi), mentre il principale partito islamista del paese, il Movimento Società per la Pace (MSP), che ha rivendicato la vittoria alle elezioni, ha invece ottenuto 64 seggi e costituendo in questo modo la terza formazione politica rappresentata in parlamento.
Fin qui i valori in termini assoluti, tuttavia, se le cifre vengono analizzate nel dettaglio emerge che l’ex partito unico e principale formazione nel parlamento uscente, ha subito un significativo calo dei seggi a causa di una flessine di oltre 50 parlamentari, mentre il partito suo alleato, il Rassemblement National Démocratique (RND), ne ha ottenuti 57 seggi, pari al 14 % dei consensi.
L’affluenza alle urne è stata oltremodo bassa, pari al 23% degli aventi diritto al voto, che sono più di 24 milioni; a votare sono stati 5,6 milioni di elettori, dei quali, però, più di un milione hanno inserito nelle urne schede non valide, questo mentre nel referendum di novembre l’astensionismo aveva raggiunto il 70 per cento.
Quelle tenutesi sabato scorso sono le prime elezioni legislative seguite all’insurrezione popolare pacifica promossa da Hirak, che ha portato alle dimissioni di Bouteflika dopo che questi era rimasto al potere per vent’anni.