VATICANO, finanze. Luci e ombre nell’ultimo rapporto Moneyval

Pubblicata a Strasburgo la quinta relazione sulla situazione del delicato e strategico settore di oltre Tevere. Gli aspetti positivi rilevati proiettano la Santa Sede verso la prossima fase di valutazione, tuttavia non mancano le critiche. Il «bilancio» del Vaticano, resi noti i dati relativi alle entrate

Viene considerato sostanzialmente positivo il Rapporto europeo sulle finanze vaticane, che proietta la Santa Sede al sesto round di valutazioni. Tuttavia, le osservazioni svolte dal Comitato del Consiglio d’Europa Moneyval sulle finanze della Santa Sede/Stato di Città del Vaticano pongono in luce tutta una serie di criticità proprie del sistema di oltre Tevere, in particolare della sua componete giudiziaria.

In particolare, il rapporto attacca fortemente la Santa Sede per aver ignorato la possibilità che i suoi dipendenti possano abusare dei loro uffici del sistema finanziario a fini di loro profitto; inoltre da Bruxelles si sottolineano i rischi di conflitti di interesse per promotori di Giustizia e giudici del Tribunale vaticano, poiché essi non lavorano a tempo pieno per la Santa Sede; il Rapporto critica poi lo stesso promotore di Giustizia per il modo in cui sono state condotte le indagini sul caso dell’investimento immobiliare di Londra effettuato dalla Segreteria di Stato, vicenda della quale il Rapporto fornisce anche una notizia, quella che il processo agli accusati dovrebbe avere luogo nel corso della prossima estate.

Il quesito è cosa farà adesso il Tribunale vaticano, i cui promotori d Giustizia svolgono le loro attività legali in Italia o presso il Sovrano Militare Ordine di Malta?

Oltre a nuove assunzioni per rafforzare lo staff, Moneyval ha chiesto alla Santa Sede anche l’introduzione di «un protocollo da seguire da tutti i procuratori per facilitare le indagini e i procedimenti di riciclaggio», nonché di stabilire «un’ampia procedura per chiedere al Santo Padre mentre si chiede consenso per portare avanti una indagine contro cardinali e vescovi». Quest’ultimo punto recentemente superato dalla decisione presa dal Pontefice di far giudicare cardinali e vescovi dal Tribunale vaticano.

Infine, il Rapporto del Comitato del Consiglio d’Europa Moneyval ha sottolineato come l’ASIF «dovrebbe migliorare il suo approccio verso un sistema più globale e sistematico, in particolare rivedendo la frequenza delle ispezioni e la selezione dei temi per le ispezioni mirate, in modo da affrontare i rischi rilevanti in maniera più dimostrabile».

Il Rapporto ha messo poi in luce i guadagni della Chiesa cattolica romana: il bilancio della Santa Sede registra guadagni per 307 milioni di euro, spese per 318 milioni e che il valore degli asset è pari a 1.402 miliardi. Inoltre aggiunge che i profitti dello Stato di Città del Vaticano (il bilancio non è stato pubblicato) quantificati in 293 milioni nel 2018, mentre gli asset di Santa Sede, Stato di Città del Vaticano, Obolo di San Pietro, IOR, fondo pensione e fondazioni ammontano a quattro miliardi di euro.

Sempre nel 2019 altre entrate sono derivate dalle Pontificie opere missionarie (raccolti 89 milioni di dollari) dall’Obolo di San Pietro (53 milioni), dall’Elemosineria (2,4 milioni di euro) e dalla Congregazione per le Chiese Orientali (13 milioni di euro).

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