COREA, riconciliazione. Iniziative e proposte di pace delle donne

La natura delle donne tende all’inclusione, alla non violenza e al dialogo; leader femminili di fama mondiale con queste caratteristiche possono svolgere un ruolo efficace per la pace tra le due Coree

«Per creare la pace nella penisola coreana e nel mondo dobbiamo passare da una cultura della divisione e del conflitto a una cultura del cuore e delle relazioni umane». Con queste parole Julia Moon, presidente internazionale della Federazione delle donne per la pace nel mondo (WFWP) ha aperto la XIX edizione del Congresso della Federazione europea, sul tema “Co-creare spazi per la pace e la riconciliazione nella penisola coreana. Quali passi stanno facendo le donne verso la pace sostenibile?” L’evento è stato organizzato in collaborazione con la WFWP coreana; con il ministero dell’interno e della sicurezza sud coreano, con Border Meetings Svizzera e con Women’s United Nation Report Network (WUNRN). L’evento ha avuto luogo venerdì 4 giugno in modalità online.

LE DONNE AL CENTRO DEL PROCESSO DI INCLUSIONE

Ha aperto gli interventi Yang Ho Hong, già viceministro dell’unificazione sud coreano, che ha affermato: «La natura delle donne tende all’inclusione, alla non violenza e al dialogo; leader femminili di fama mondiale con queste caratteristiche possono svolgere un ruolo efficace per la pace tra le due Coree». Egli ha poi rimarcato la necessità di «promuovere campagne internazionali di solidarietà femminile a livello di leadership globale; di favorire incontri mondiali delle donne, che includano leader femminili delle due Coree; di offrire la possibilità all’élite femminile del Nord Corea di formarsi all’estero».

L’onorevole Emanuela Del Re, parlamentare della Repubblica italiana e già viceministro degli Affari esteri, ha quindi rilevato come «oggi c’è una generale convinzione che il ruolo delle donne sia importante e vada accresciuto e promosso. Le donne devono essere leader nei processi di pace, ma devono essere persone di qualità e non “quote”. Dobbiamo includere le donne, non solo nei processi di pace, ma in tutte le attività decisionali. Devono sedersi con noi ai tavoli, dove si prendono le decisioni e questo deve diventare una cultura generale, una narrativa di tutti, nelle strade, tra i bambini e nelle scuole».

Ximena Bartolomé Tocino, viceresponsabile dell’Ambasciata di Spagna in Mozambico ha ricordato come il Paese iberico abbia preso seriamente il ruolo delle donne come motore del cambiamento anche presso le Nazioni Unite e l’Unione Europea. «Dal mio lavoro in Mozambico – ha ella aggiunto – ho imparato che la pace si può realizzare solo se prima si raggiungono la giustizia economica e l’emancipazione femminile. Come moglie, madre e professionista la vita mi ha insegnato il grande ruolo delle donne quando si tratta di mediare di fronte a qualsiasi conflitto e l’importanza di educare i nostri figli a pensare agli altri».

MIRAE TEAM, UN PROGETTO DELLA WFWP

Il Mirae Team, un progetto della WFWP, ha presentato i risultati del sondaggio condotto tra i giovani coreani sul tema della “Riunificazione”. La ricerca ha evidenziato come siano favorevoli alla riconciliazione, ritengano utili gli sforzi dell’Onu e delle organizzazioni non governative (Ong) e considerino importante il ruolo delle donne in questo processo.

Ultima relatrice della prima sessione è stata Lan Young Moon, già copresidente del Consiglio coreano per la riconciliazione e la cooperazione. Ella ha inteso ricordare gli inizi del progetto Condividi l’1% dell’amore, realizzato al ritorno da Pyongyang. L’iniziativa ha portato aiuto ai bambini e alle donne della Corea del Nord con generi di prima necessità e materiale scolastico. Ha poi parlato di un’iniziativa dei coniugi Moon, l’Assemblea mondiale delle donne leader, svoltasi in Nord Corea. Sostenuta dalle autorità delle due Coree, ha visto la partecipazione di donne di cinquanta nazioni e di una rappresentanza della Corea del Nord.

Ha fatto seguito un intermezzo musicale eseguito da giovani nord coreani e un video del corpo di ballo sud coreano dei Piccoli angeli, in una performance svoltasi in Corea del Nord.

Carolyn Handschin, presidente dell’Ong Commissione sulla condizione delle donne dell’Onu di Ginevra ha presentato la prima relatrice della seconda sessione, Anna Grichting, una designer di aree di confine, fondatrice di Border Meetings Svizzera. Ha parlato dei progetti proposti all’Onu con la WFWP, come lo spazio di incontro per le donne delle due Coree nella zona demilitarizzata del 38º parallelo allo scopo di favorire il dialogo e la pace, nonché la proposta di realizzare il quinto ufficio delle Nazioni unite nella stessa area. Ella ha poi citato Robert Schumann, che considerava i confini «cicatrici della storia», spiegando che i muri storici «possono diventare delle belle cicatrici, dipende da come noi le possiamo trasformare e riconvertire», citando quale esempio il parco del Muro di Berlino, a cui lei stessa ha lavorato.

IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE

Ha quindi preso la parola Chiara Caraffa, giornalista, esperta in comunicazione. «Ho meditato su come possiamo realizzare la riconciliazione tra il Nord e il Sud della Corea e credo che questo debba essere più di un semplice desiderio. Deve essere qualche cosa che dobbiamo realizzare insieme». Ella ha rilevato l’importanza di «una comunicazione efficace in grado di riunire le persone, mente e cuore insieme. La parola cuore», ha poi spiegato, «insieme a mente e talento sono termini molto importanti e giusti per diffondere i sogni più belli e incredibili verso un futuro che inizia oggi».

Kyung Do Suh, professore dell’Istituto nazionale di tecnologia di Kumoh, ha sottolineato l’importanza delle Ong internazionali per preparare l’unificazione delle due Coree e per realizzare il Parco internazionale della pace nella zona demilitarizzata. Questo sito dovrà includere uno spazio per gli scambi culturali e artistici tra le due Coree e a livello internazionale, per favorire la cultura della riconciliazione. Dovrà rappresentare un luogo mondiale di ecoturismo e un modello di pacificazione per il mondo intero.

Beatrice Bischof, giornalista televisiva e membro dell’Associazione degli affari esteri di Monaco ha suggerito che «la realizzazione di un’impresa congiunta delle donne del Nord e del Sud, che produca qualcosa di specifico della Corea, che abbia un valore culturale come il ginseng, con il sostegno della tecnologia presente in Corea. Un progetto che porti insieme donne, cultura, valori, impatto economico e l’idea della zona di pace».

IL RUOLO DELL’ONU

Per Isabella Krapf, vicepresidente del Centro culturale coreano di Vienna, «la riunificazione può avvenire solo quando vediamo i nord coreani come persone sensibili e brave. In Corea del Nord ci sono cose buone, come la cultura, l’arte e la musica, che sono importanti per capirci senza l’aiuto delle parole. Voglio incoraggiare tutti ad avere un cuore aperto verso il popolo nord coreano e vedrete che la loro risposta sarà gentile e aperta». Quindi, esibendo la foto dell’Arco della riunificazione, ha concluso affermando che «i Coreani sanno già che la pace e la riunificazione inizia con il movimento delle donne».

In conclusione, Heiner Handschin, direttore dell’Ufficio per le Relazioni dell’Onu e Rappresentante permanente presso le Nazioni unite di Ginevra, Upf ha parlato delle iniziative intraprese dal 2009 per stabilire un ufficio delle Nazioni Unite nella penisola coreana. Ha quindi mostrato un’immagine del progetto del quinto ufficio delle Nazioni unite, un luogo d’incontro per le donne per promuovere la pace e il disarmo. La futura cittadella dell’Onu nella zona demilitarizzata ospiterà centri per la ricerca della pace, per la cooperazione interculturale e altre agenzie e servizi.

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