ALGERIA, economia. Le politiche protezionistiche di Abdelmajid Tebboune

Il presidente algerino ha disposto la sospensione dei contratti in essere con le società «ostili al Paese». Tra di essi rientra il confinante Marocco

Il presidente algerino Abdelmajid Tebboune ha emanato un decreto in forza del quale il governo di Algeri e le società pubbliche e private del Paese nordafricano di rescindere tutti i contratti in essere con le loro controparti di «paesi considerati ostili nei confronti dell’Algeria e che ne mettono a rischio la sicurezza gli interessi vitali».

Tra questi rientra il confinante Marocco, regno col quale l’Algeria ha uno storico contenzioso sfociato in passato anche in una vero e proprio conflitto, seppure di breve durata. L’ordine esecutivo del capo dello Stato algerino interesserà direttamente le due compagnie assicuratrici nazionali, cioè la National Insurance Company (SAA) e la Algerian Insurance and Reinsurance Comapny (CAAR), che in precedenza avevano stipulato accordi con le Istituzioni di Rabat.

Inoltre, nell’atto viene menzionato anche l’operatore del settore della telefonia mobile Djezzy, ritenuto «a rischio» in quanto percettore di pubblicità «da parte delle lobby straniere nemiche dell’Algeria».

Le conseguenze economiche dell’atto

Al riguardo, Tebboune ha precisato che quale conseguenza di questa decisione si verificheranno «deflussi di valuta», tuttavia, i servizi oggi affidati a soggetti esteri potranno invece venire forniti localmente. Egli ha poi aggiunto esplicitamente che «chiunque ostacolerà o ritarderà l’attuazione del decreto si renderà colpevole di tradimento e complicità», inoltre, ha ordinato al ministero delle finanze di sospendere immediatamente qualsiasi trasferimento di dividendi relativi a tali contratti.

Al netto della retorica nazionalista, il provvedimento di Tebboune si inquadra in una fase di politiche protezionistiche varate in un momento di prolungate difficoltà del Paese sui piani economico, sociale e politico. L’economia algerina è infatti praticamente dipendente dagli idrocarburi (rentier state), dunque, in periodi come quello attuale, nei quali i prezzi del greggio (e quindi anche del gas naturale) si mantengono bassi e questa situazione si associa per di più a una marcata volatilità della domanda di materie prime energetiche, la congiuntura negativa si riflette pericolosamente sulla possibilità di mantenere adeguati i livelli di welfare.

La progressiva riduzione delle riserve in valuta estera, necessarie all’acquisto di beni di prima necessità quali le derrate alimentari e l’acqua potabile, hanno portato al razionamento, che ha ulteriormente inciso sulle condizioni di una popolazione da tempo insoddisfatta delle proprie condizioni di vita.

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