Almeno otto morti (quindi non undici, contrariamente a quanto inizialmente riferito da alcuni medi locali) nella sparatoria di stamattina in una scuola di Kazan, capitale della Repubblica russa del Tatarstan. Un bilancio di vittime aggravato dal fatto che alcuni studenti hanno cercato di mettersi in salvo lanciandosi dal terzo piano dell’edificio.
L’assassino è un diciannovenne ex studente della scuola
Sono invece più di trenta i feriti. L’autore della strage è stato arrestato, si tratta di un diciannovenne che in qualità di studente in precedenza aveva frequentato i corsi dell’istituto. Egli, come spesso accaduto in altri casi simili, ha annunciato le sue intenzioni sui social network prima di porle in atto.
Il ministero dell’interno ha in seguito smentito che nella scuola abbia agito anche un secondo assalitore, come riportato da vari organi di stampa russi nell’immediatezza del fatto. Nel comunicato ufficiale diffuso dalle autorità si afferma infatti che «il terrorista», è stato arrestato, ma che non sono stati accertati dei complici; «un’arma da fuoco è registrata a suo nome», ha poi dichiarato il governatore della regione a maggioranza musulmana del Tatarstan, situata a settecento chilometri a est di Mosca. Le autorità hanno dichiarato per domani, 12 maggio, una giornata di lutto.
Ha sparato con un’arma automatica
Per perpetrare la strage alla scuola 175 di Kazan è stata usata un’arma automatica. «Ero in classe, dapprima ho udito un’esplosione, poi degli spari», ha testimoniato un docente presente al momento dell’irruzione dell’aggressore. «Abbiamo sentito un’esplosione e abbiamo visto del fumo alzarsi dalla scuola», ha affermato un altro testimone oculare sentito dall’agenzia Ria Novosti. Il giovane assalitore, identificato come Ilnaz Galyaviev, ha in seguito dichiarato di aver «sempre odiato tutti» ma che, nel corso della scorsa estate, «un mostro» aveva iniziato a prendere corpo dentro di sé: «Due mesi fa mi sono reso conto di essere dio, nessuno me lo ha detto, me ne sono reso conto da solo», ha aggiunto, rispondendo alle domande dei poliziotti.
Un fenomeno raro in Russia
Le sparatorie e le stragi nelle scuole sono rare in Russia, se si eccettuano gli episodi di terrorismo, come quello di Beslan. Uno degli ultimi fatti simili risale al 2018, quando in Crimea uno studente uccise diciannove persone prima di puntarsi l’arma contro e fare fuoco. Pochi giorni prima di entrare in azione, il giovane era riuscito ad acquistare un fucile da caccia e numerose cartucce, seppure la legge russa stabilisca un età minima di ventuno anni per l’acquisto di armi.
A seguito del tragico evento, il presidente della Federazione russa Vladimir Putin ha deciso un inasprimento delle regole relative all’uso delle armi da parte dei civili, esprimendo inoltre le proprie condoglianze ai parenti delle vittime.