NATO e Unione europea hanno espresso grande preoccupazione» per il crescente schieramento di militari russi alla frontiera con l’Ucraina. Non hanno torto, poiché quello deciso da Vladimir Putin e dai suoi generali rappresenta il maggiore ammassamento di forze finora mai registrato al confine tra i due Paesi.
150.000 soldati dell’Armata russa al confine
Tuttavia, rilevando l’escalation in atto, l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza europea Josep Borrell ha dichiarato che «nuove sanzioni contro il governo russo non sono per ora all’ordine del giorno».
Dunque, 150.000 militari dell’Armata russa hanno preso posizione alla frontiera con l’Ucraina e, sempre Borrel, ha rilevato ciò che è oltremodo evidente a tutti, cioè che «non siamo al riparo da un incidente».
Un dato, quello che egli ha fornito oggi, che è difforme rispetto a quello reso noto la scorsa settimana dal segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, che, attribuendo la stima sullo schieramento russo alle autorità di Kiev, aveva parlato di 80.000 soldati, una cifra dunque pari alla metà di quella cui si poi riferito Borrel.
La tensione potrebbe provocare un grave incidente
La regione ucraina del Donbass è controllata ormai da anni dai separatisti filorussi e al riguardo il Cremlino ha più volte ribadito di essere pronto a intervenire qualora dovesse temere per la sicurezza dei suoi cittadini, una cittadinanza, quella russa, che Mosca ha concesso ai residenti in Ucraina orientale.
Una situazione che genera fondate preoccupazioni, poiché dato l’elevato stato di tensione potrebbe sfuggire di mano a una delle due parti, con il rischio del verificarsi di un incidente che scatenerebbe un conflitto dalle proporzioni imprevedibili.
«Il rafforzamento della presenza militare russa alla frontiera deve cessare, quindi chiediamo un allentamento delle tensioni», questo ha affermato l’Alto Rappresentante a nome dell’Europa, mentre il ministro degli esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, chiedeva a Bruxelles ulteriori sanzioni contro la Russia, precisando allo specifico riguardo che «l’elemento chiave è la preparazione di una nuova serie di sanzioni settoriali», poiché quelle «individuali non sono più sufficienti».