POLITICA, riviste. leSfide nº9: Occidente, valori, conflitti e sfide globali

È disponibile il nuovo numero della rivista di studi, approfondimenti e riflessioni edita dalla Fondazione Craxi e diretta da Mario Barbi

È disponibile il nuovo numero de “leSfide”, Non c’è futuro senza memoria, la rivista di studi, approfondimenti e riflessioni (digitale e cartacea) edita dalla Fondazione Craxi e diretta da Mario Barbi.

Titolo di questo numero è ‘‘Occidente. Valori, conflitti e sfide globali”. Una sezione monografica viene dedicata al «mondo libero», essa affronta il complesso tema sia da una prospettiva storica e culturale che ripercorrendo le sfide geopolitiche che lo hanno forgiato e che lo attendono.

Che cosa resta oggi dell’Occidente a trent’anni di distanza dalla vittoria sul comunismo sovietico?

È ancora una categoria attuale e una civiltà vitale?

È ancora un progetto politico valido di società e di organizzazione e di ordine del mondo?

Attorno a questi interrogativi prende forma l’analisi della rivista, che si apre con l’editoriale del direttore, “Occidente, un progetto da ricostruire” che, nel riannodare i fili della riflessione di un numero ampio e articolato, avanza, tra gli altri, una lettura identitaria e valoriale dell’Occidente mettendone in evidenza le radici cristiane, proponendo un bilancio del processo di globalizzazione insieme alla necessità di un progetto politico di ricostruzione.

La sezione monografica si apre invece con un lungo “olloquio” con il Segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, cardinale Richard Gallagher, che dell’Occidente di oggi mette in evidenza l’impermeabilità a imparare dagli altri e lo scontro antropologico interno tra incompatibili concezioni dell’uomo.

Quindi una riflessione sul destino dell’Occidente attraverso il saggio di Giovanni Leghissa che, virtualmente, dialoga con Carlo Scognamiglio Pasini, il quale problematizza la questione del ruolo e del primato americano nel nuovo millennio.

I rapporti tra l’Occidente, l’Islam e l’Oriente sono poi al centro dell’indagine degli accademici Benedetto Ippolito e Matteo Gerlini, mentre Eugenia Roccella  ripercorre il processo di secolarizzazione dell’Occidente attraverso il modo degli ultimi tre Pontefici di concepire e svolgere la missione pastorale della Chiesa cattolica.

Nella sezione scenari prosegue l’approfondimento sulle questioni atlantiche con le riflessioni degli Ambasciatori Riccardo Sessa e Gabriele Checchia (con Simone Zuccarelli), che propongono con distinti profili un focus sul ruolo e sulle sfide della NATO, mentre l’ex Ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata e Laura Harth analizzano il recente accordo commerciale tra l’Unione europea e la Cina Popolare.

La pubblicazione prosegue con due analisi sui temi economico-industriali, rispettivamente a firma di Paolo Garonna e Paolo Pirani, che animano la sezione “Italia-Europa”, mentre in “Lettere dall’Europa” Federico Niglia pubblica un suo studio sul voto politico tedesco del prossimo autunno, mntre gli analisti Lello Stelletti e Francesco Marino Galeazzi analizzano le dinamiche che interessano le tre realtà statali dell’Europa del Baltico.

Ancora Occidente e Europa nelle sezioni “Lettere dalla storia” e in quella “Memoria e Archivio2.

Nella prima una ricostruzione a firma del ricercatore Riccardo Mario Cucciolla degli eventi che si susseguirono nel frenetico 1991 e che portarono al crollo dell’Urss, nella seconda, attingendo agli archivi della Fondazione, viene riproposto un inedito discorso di Bettino Craxi dell’aprile 1988 a un Convegno del Pci sull’Europa nei futuri scenari internazionali, contestualizzato da una nota introduttiva di Nicola Carnovale.

Sullo sfondo delle sfide globali che attendono l’Occidente e delle crisi mediorientali, si dipanano infine i saggi che animano la sezione “Lettere dal Mondo” con Paolo Bergamaschi che delinea, tra storia ed attualità, la realtà caucasica alle prese con il conflitto azero-armeno e Gianni Bonini che tratteggia, in un affresco suggestivo, le sfide della nuova Amministrazione americana guidata da Joe Biden nell’area del cosiddetto Mediterraneo allargato.

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