PITTURA, Novecento. I novantadue anni di Aldo Turchiaro, figlio della Calabria coccolato da Roma

Da sempre instancabile viaggiatore, le sue opere sono oggi esposte nei più grandi musei del mondo

di Rosario Sprovieri – Il Paese e, il mondo della cultura, dovrebbe festeggiare degnamente un personaggio eccezionale, come il maestro Aldo Turchiaro, pittore e scultore, cosentino di nascita, grande straordinario studioso di Telesio e Campanella, patrimonio della cultura italiana e interprete puro di quella grande e capace operosità della gente di Calabria.

I novantadue anni di Turchiaro

Aldo Turchiaro  già stimatissimo docente, di tanti atenei del Bel Paese, come la prestigiosa Accademia delle Belle Arti di Brera (voluta da Maria Teresa d’Austria alla fine del 1700), o l’Accademia di Belle Arti di Firenze (già accademia delle arti e del disegno,  istituita dal granduca Pietro Leopoldo I° sempre della fine del settecento) e, infine quella più antica, che è l’Accademia delle Belle Arti di Roma di via Ripetta ove ha speso gli ultimi anni d’insegnamento; (istituita alla fine del cinquecento in quel tempo con il nome di Accademia di San Luca per volere dei pittori Federico Zuccari e Girolamo Muziano).

Oltre novanta primavere, non è solo un bel traguardo per la longevità della vita dell’uomo, ma è soprattutto un lungo percorso legato all’azione e al pensiero, alla capace trasformazione della filosofia ispiratrice, in “visioni uniche”, fatte di scenari pittorici e scultorei che, divengono narrazioni singolari, di quella sua visione immaginifica e anticipatrice del futuro; che fa del pittore calabrese un vero precursore dei tempi, unico nel suo genere; un grande testimone e, uno straordinario interprete della più bella arte italiana del Novecento.

Viaggio in suggestiva armonia con l’anima

Discostato, meditativo, diverso dal resto del “mondo” che popola il pianeta dell’arte, Turchiaro da sempre, va collocato al di là delle “correnti”, fuori dalle mode e, dalle scie dell’opportunità che hanno interessato la pittura contemporanea.

Il maestro, da oltre settant’anni, viaggiando in suggestiva armonia con la sua anima, da uomo attento e sensibile, ha avvertito l’enorme forza e la seduzione della spiritualità, percependone immediatamente le sinergie più nascoste, intravvedendo gran parte delle interconnessioni e delle legature, “senza né corde né nodi”, che tengono insieme, sino a saldarle, “animalità e tecnologia”. Allora scarnificare, modellare e plasmare la materia per l’artista, è divenuto il frutto della “logica” per varcare i labirinti della mente umana, egli continua a servirsi di quel sottilissimo “filo” conduttore, eredità – quasi impercettibile – della storia e della mitologia, ricorre a quel filo inafferrabile, a quella minuscola fibra di seta impalpabile, che intrigò Arianna, Aracne e le Moire.

Metodo socratico

Turchiaro procede con metodo Socratico: dedurre il “tutto” dalla natura; De rerum natura iuxta propria principia, che è, come dire, che la natura va osservata in riferimento a se stessa, per come essa è e per come già funziona in sé, senza quindi, teorie preconcette o pregiudizi. Ma bisogna prestare molta attenzione, perché la natura in Turchiaro comprende in se ogni cosa è omnia: l’umanità, l’universo, la terra, l’animalità e le creazioni umane frutto della tecnologia.

Da filosofo ne ha individuato le sinergie e il nesso, da artista adesso le celebra e, con innocenza, incorruttibilità e qualità le mostra, segnandone indelebilmente ogni sua opera d’arte, che, di fatto, diventa narrazione “corale” dell’esistenza di ogni “cosa”. Buon Compleanno maestro Aldo Turchiaro Raccontaci ancora, continua a mostrarci il tuo “universo” e le forme a colori della tua idea sublime, aspetteremo ancora le tue nuove pagine e il tuo invito alla bellezza.

Ne vanno fieri la tua terra di origine, la Calabria, la tua città natale, Cosenza, la tua città di adozione Roma, e il mondo variegato e meraviglioso degli artisti di tutto il mondo.

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