a cura di valori.it – L’Europa nel 2018 ha avviato un percorso, l’Action Plan, per rendere la finanza più sostenibile, trasparente, inclusiva, eco-compatibile. Ma la strada è ancora lunga. Abbiamo seguito passo passo cosa sta succedendo.
Attività economiche «verdi»
Se il 10 marzo scorso è entrato in vigore il regolamento europeo per la rendicontazione della sostenibilità dei servizi finanziari è circolata nel frattempo una bozza degli atti delegati, ovvero i testi sulla cui base si dovrà applicare concretamente la tassonomia delle attività economiche «verdi», inviata da Bruxelles ai rappresentanti dei Ventisette Stati membri.
Bozza da cui emerge che, in realtà, le regole scelte dall’Unione europea per la definizione delle attività considerate «sostenibili» potrebbero presentare diverse «concessioni» alle industrie, lasciando per esempio il gas naturale, fonte fossile, al centro della transizione ecologica. Così come l’aviazione, benché l’aereo sia il mezzo di trasporto a più alto impatto climatico.
«Siamo allarmati da una nuova proposta che consente ai combustibili fossili di entrare nella tassonomia dell’Unione europea», hanno scritto nella loro lettera inviata alla Commissione europea, oltre 225 tra scienziati, istituzioni finanziarie e Ong’s.
Una mobilitazione che potrebbe essere globale.
Una mobilitazione che potrebbe essere globale. In Africa, altre 260 organizzazioni si sono schierate contro un oleodotto tra Uganda e Tanzania che minaccia ecosistema e clima.
L’appello alle banche per fermarlo ha spaccato il fronte dei finanziatori. Il primo risultato della pressione mediatica internazionale è stato infatti il tentennamento pubblico di Standard Bank.
La banca sudafricana ha annunciato che il suo impegno a finanziare l’oleodotto è sospeso in attesa dei risultati di uno studio sull’impatto ambientale sul progetto commissionato a una società indipendente.
A questo link è possibile leggere il rapporto integrale